13 settembre 2014 Giornata di Studio Estensione della psicoanalisi ad altri contesti.
Setting e metodo.
Report a cura di Giorgio Bambini
Sabato 13 settembre si è svolta presso la Sede di Roma la giornata di studio “Estensione della psicoanalisi ad altri contesti. Setting e metodo” che ha visto una ricca e vivace partecipazione di tanti soci.
In apertura dei lavori Cono Aldo Barnà ha sinteticamente tratteggiato le riflessioni svolte dall’Esecutivo che si sono concretizzate in questa iniziativa, ricordando tra le altre cose la triplice vocazione della psicoanalisi (epistemica, culturale e sociale) che fa da sfondo all’estensione di essa ad altri contesti quali l’accoppiamento, l’allevamento della prole, lo sviluppo infantile, le istituzioni per la cura dell’infanzia e la formazione, le istituzioni sanitarie, i luoghi di lavoro, la terza età; e ricordando che questa estensione è la sfida ineludibile per la psicoanalisi contemporanea.
Subito dopo Tiziana Bastianini ha svolto una relazione (“Che cosa vogliono i pazienti?”) che pone il focus sulla necessità di individuare le invarianti che costituiscono l’essenza dell’essere psicoanalisti in contesti e situazioni cliniche ormai molto lontani e molto più articolati rispetto a quelli delle origini. Zoccolo duro di ogni esperienza analitica è per Bastianini il transfert, che qualifica tale esperienza al di là di ogni sua possibile estensione e che scaturisce dalle modalità di conoscenza relazionale implicita, vero organizzatore inconscio delle relazioni (anche quella analitica), che diventa così il luogo di elezione di ogni possibile trasformazione.
Al termine Anna Ferruta riprende il tema dello specifico della relazione psicoanalitica rifacendosi al pensiero di Winnicott che identifica l’elemento chiave della consultazione psicoanalitica nell’essere l’analista per il paziente un “oggetto soggettivo”, una persona che lo aiuta e lo capisce. Proprio da questa preconcezione profonda l’analista correttamente preparato trae gli elementi che permettono il disvelamento e l’accoglimento delle parti dissociate o scisse dei pazienti, al di là dei meri aspetti anamnestici e cognitivi. Queste riflessioni sono accompagnate da significativi esempi clinici anche personali.
A terminare la mattinata sono intervenuti i Segretari Scientifici dei Centri che hanno sinteticamente descritto le proprie impressioni su quanto era stato proposto ed hanno condiviso iniziative in corso e future nella direzione scaturita dalle riflessioni della Giornata di Studio.
Sono poi intervenuti numerosi colleghi che hanno portato critiche, suggerimenti e impressioni che hanno arricchito il tema principale.
Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti suddividendosi in piccoli gruppi che hanno esplorato le specifiche aree di possibile estensione della psicoanalisi, cercando di individuare le eventuali modifiche di setting e metodo all’interno di alcuni contesti identificati con le Istituzioni (a cura di Giovanni Foresti ed Antonello Correale), genitori e bambini piccoli (Sandra Maestro e Marco Mastella), le coppie (Daniele Lucarelli e Alessandra Zanelli), i contesti di crisi (Giorgio Campoli e Fabio Castriota)
Nel gruppo sul contesto istituzionale (al quale lo scrivente ha partecipato) Correale ha svolto una riflessione che cerca di identificare i punti di intersezione tra la psichiatria e la psicoanalisi e li identifica in alcune aree quali il trauma, la soggettività del paziente, la sessualità, l’evitamento degli affetti, le dinamiche di gruppo (tra le quali ricorda la frammentazione proiettiva del paziente, soprattutto borderline, sugli operatori), la tossicodipendenza.
Foresti nel suo intervento identifica nei concetti di limite e di ipotesi i campi di interazione tra psicoanalisi ed istituzioni.Le situazioni istituzionali propongono più livelli di valutazione per fare analisi accettabili. Ricorda un libro di Utrilla sulla terapia nelle istituzioni centrato sulla nozione di limite: ogni gruppo tende a violare il mandato istituzionale che gli viene dato, riflessione che si ricollega al concetto bioniano di gruppo di lavoro-assunto di base
Ipotesi: quello che noi possiamo fare nelle istituzioni è aiutare i gruppi di lavoro a formulare nuove ipotesi, proporre una modalità flessibile e sintetica di concepire nuove idee, cosa non molto diversa da quello che facciamo nelle analisi in cui formuliamo ipotesi interpretative partendo da un fatto scelto che organizziamo nella interpretazione.
A questo si collega anche il concetto di umiltà: avere sempre il dubbio che anche l’analista si può sbagliare e che quindi il concetto di limite è strutturante di una analisi che abbia l’ipotesi come strumento di intervento. In relazione a tale aspetto viene ricordato un intervento del mattino che sollevava il tema del rispetto reciproco fra isituzioni, psicoanalisti e altri modelli e scuole. Non è così scontato ed è collegato sia al limite che all’umiltà
Da queste riflessioni è scaturito un dibattito vivace e partecipato che ha approfondito questi temi, sollevandone altri, tra i quali viene richiamato il problema dell’assetto mentale dell’analista che si collega al metodo ed il rischio che l’estensione del metodo diventi distorsione.
In chiusura Correale, sollecitato da uno degli aspetti del dibattito, si è soffermato su due modi diversi per fare supervisione: strutturato ed aperto, ognuno con un suo valore e dignità.
Foresti enfatizza invece l’importanza di un setting interno, vero “core” nucleare, contrapposto ad un setting esterno, che chiama contenitore organizzativo, che invece richiede di essere di volta in volta strutturato.
16-9-2014
Esperienze psicoanalitiche.
Estensione della psicoanalisi ad altri contesti. Setting e metodo.
Roma, 13 settembre 2014
Presentazione. Sabato 13 settembre si è tenuta a Roma la Giornata di Studio promossa dall’Esecutivo dal titolo “Esperienze psicoanalitiche. Estensione della psicoanalisi ad altri contesti. Setting e metodo”. L’Esecutivo ritiene importante che questo progetto di approfondimento prosegua nei Centri, su iniziativa dei Segretari Scientifici, per mettere a punto setting e modalità con le quali realizzare “esperienze psicoanalitiche” nei Servizi Clinici.
L’intento è quello di estendere a una più ampia gamma di situazioni di disagio e di sofferenza psichica la possibilità di fruire di incontri con psicoanalisti competenti nell’offrire ascolto e cura, utilizzando una modellizzazione di interventi che permettano a chi ne fruisce di avere un’ Esperienza psicoanalitica, accanto e oltre il modello classico, là dove questo sia non indicato.
La Giornata si è aperta con tre relazioni: Cono Aldo Barnà; Tiziana Bastianini; Anna Ferruta. Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti nei diversi gruppi di studio previsti dal Programma.