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7/12/2012 VENEZIA Del buon uso di Freud negli studi letterari:la teoria critica di F.Orlando
07/12/12
Ateneo Veneto
Centro Veneto di Psicoanalisi “Giorgio Sacerdoti”
Conferenze di psicoanalisi a cura di Roberta Guarnieri e Antonio Alberto Semi
Stefano Brugnolo, Università di Pisa
“Del buon uso di Freud negli studi letterari: la teoria critica di Francesco Orlando”.
Venerdi 7 dicembre 2012, ore 18,00 Sala Tommaseo presso la sede dell Ateneo Veneto, campo S. Fantin, Venezia
Si può sensatamente distinguere tra un buon uso e un cattivo uso della psicoanalisi negli studi letterari. Il cattivo uso corrisponde ad alcuni approcci abbastanza diffusi. Il primo è quello biografistico che mette sul lettino l’autore, il secondo è quello che invece mette sul lettino il personaggio, trattandolo come fosse una persona reale. Più in generale si potrebbe dire che è sbagliato ridurre la lettura dei testi letterari al ritrovamento in essi di simboli psichici primari (pene, vagina, complesso di castrazione, ecc.). E questo non perché essi non ci siano, ma proprio perché non possono non esserci. Reperire quei simboli si rivela perciò una operazione pressoché tautologica, che non arreca vera informazione. Un metodo produttivo è invece quello praticato da Francesco Orlando, secondo cui dalla psicoanalisi andrebbe ricavato e applicato agli studi letterari un modello linguistico e non psicologico. Secondo Orlando, insomma, si deve ipotizzare che la letteratura è sempre caratterizzata dalla presenza più o meno grande di quella che con Matte Blanco chiameremo la logica dell’inconscio. E’ perché la letteratura è abitata da questa antilogica che essa riesce ad esprimere meglio dei discorsi scientifici le contraddizioni e i paradossi della condizione umana.