Cultura e Società

“Violenza per amore, dramma senza età” il Resto del Carlino, 17/1/23. Intervista a C. Carnevali

23/01/23
"Violenza per amore, dramma senza età" il Resto del Carlino, 17/1/23. Intervista a C. Carnevali

MARC QUINN, SPHINX,2005

Parole chiave: Psicoanalisi, violenza, femminicidio, distruttività

“Violenza per amore, dramma senza età” il Resto del Carlino,17/1/2023.Intervista a C.Carnevali

il Resto del Carlino,17 gennaio 2023

Introduzione: Come ha detto Freud ” L’Io non è padrone in casa propria” ma nel caso della violenza alle donne  sembra esserci una maggiore difficoltà a tollerare la possibilità che la donna possa sottrarsi al suo ruolo di cura nei confronti dell’altro. Come descrive bene in questo articolo Cinzia Carnevali, l’uomo-omicida non riconosce la differenza tra sé e l’altro  e la diversità diventa un elemento insopportabile che scatena una forza distruttiva accecante. (Maria Antoncecchi)

Cinzia Carnevali psicologa, psicoanalista, membro ordinario della Società psicoanalitica italiana e full member dell’International Psychoanalytical Association.

il Resto del Carlino,17 gennaio 2023

“Violenza per amore, dramma senza età”

La psicoanalista Cinzia Carnevali analizza la tragedia: “L’impulso si scatena quando una persona non riconosce più la soggettività altrui”

«Non stai con me? Allora ti distruggo». Cinzia Carnevali è psicologa, psicoanalista, membro ordinario della Società psicoanalitica italiana e dell’Ipa, lavora come psicoanalista individuale e di gruppo, con gli adolescenti e le coppie. Non è anomalo che una persona di 82 anni abbia delle ’pretese’ amorose, e vedendosi verosimilmente respinto scateni una simile furia, sull’altra e poi su sè stesso? «Premetto che ovviamente del recente omicidio-suicidio non so nulla, salvo quanto riportato dalle cronache». Certo. «Ciò detto, a mio avviso non c’entra l’età. In ogni momento della vita si può scatenare, in certe condizioni, la violenza. Sigmund Freud ci ha insegnato che le pulsioni sono due: la pulsione erotica, di vita e d’amore. E la pulsione di morte. Sono sempre presenti in tutti. Ma la strage come quella di Bellaria, non è più pulsione di vita o d’amore, che ci può essere stata in precedenza. Non sappiamo quali delusioni, fatti traumatici o aspetti depressivi si annidassero in questa persona. Quel che è evidente è che ha fatto irruzione la violenza». Perché? «Può essere scatenata da fatto che una persona non riconosce più la soggettività dell’altra. E’ un modo difensivo della mente di organizzarsi contro il dolore della separazione. Il proprio io viene cancellato dalla ’necessità’ di difendersi da una fatto estremamente doloroso». E scatta la rabbia… «Scatta la pulsione distruttiva: non sei come voglio, non stai con me, ti anniento». L’ex vigile urbano Vittorio Capuccini viene descritto come persona estroversa e amante degli animali. Ci si chiede come possa essersi trasformato in un omicida. «Non è facile penetrare nel mistero della violenza. C’è una complessità nell’uomo. Assieme ad aspetti elevati e nobili, abitano anche aspetti di bassezza, perversione, fino all’ossessione. E scatta la distruttività. A volte a livello di singoli individui, come in quest’ultimo caso. A volta a livello di popoli, e la guerra ne è una dimostrazione». Insomma, l’impulso distruttivo l’abbiamo tutti, ma per fortuna i più riescono a tenerlo a bada? «Il mostro è latente in ognuno di noi. Il problema è osservarsi, comprendersi e limitarsi. Chi non lo fa immagina di avere potere su tutto. Una fantasia megalomanica che fa partire una carica distruttiva che in potenza è presente in ciascuno». Il fatto che le famiglie ignorassero quanto stava succedendo può aver contribuito alla svolta drammatica? «E’ possibile che la famiglia dell’ex vigile urbano, all’oscuro di tutto, non abbia potuto dare il supporto necessario alla persona».

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