INTRODUZIONE:
Rossella Valdrè recensisce il saggio di Elisabetha Badinter su un conflitto tutto al femminile. Il tema, scottante, riguarda le nuove forme della maternità. Ci si interroga allora, se la maternità diviene scelta, su quanto possa pesare questa nuova "libertà" sul destino della donna e su quanto divenga necessario un’elaborazione approfondita delle idealizzazioni relative all’essere madre. (Silvia Vessella)
CORRIERE DELLA SERA
Rossella Valdrè -25 sett. 2011
Da quando la maternità è diventata una scelta, le cose si sono complicate: io scelgo, quindi devo essere all’ altezza. Un saggio di Élisabeth Badinter
Un nuovo tiranno incombe sulla donna: il bimbo idealizzato
Il diktat Tutto gli va concesso, perché cresca secondo la sua natura: non ha voluto lui la nascita
Un nuovo tiranno sembra incombere sull’impegnata donna di oggi: no, non è l’uomo, il marito o il capo. È il bambino. O meglio: non tanto il bambino reale in carne ed ossa, ma il bambino immaginario, il bambino idealizzato a cui deve rispondere, e corrispondere, una madre altrettanto idealizzata. Eccolo, dunque, il nuovo insidioso tiranno del terzo millennio: l’ idealizzazione. A lanciare l’allarme, non nuova a questi argomenti (si ricordi La strada degli errori del 2004), è la filosofa francese Élisabeth Badinter, il cui ultimo libro "Il conflitto. La donna e la madre" esce per Corbaccio (pp. 178, 16) in questi giorni (orrenda la traduzione del titolo in italiano, Madri cattivissime). Il «nuovo» paradosso si annida in quella che ci sembrava (che è, anche) una conquista: la libertà. Da quando la maternità da destino obbligato è diventata frutto di libera scelta, le cose si sono complicate: io scelgo, dunque devo essere all’altezza. La Badinter denuncia come, dopo i gloriosi anni del culturalismo e del femminismo nella sua genuina radice di rottura (da De Beauvoir in poi), dagli anni 80 è in corso una strisciante involuzione che ha per oggetto le conquiste di tempo e libertà ottenute in precedenza dalle donne, «un’offensiva» – la definisce – che vede la complicità del neonaturalismo con le politiche neoconservatrici, ma non è estraneo un certo politically correct di sinistra (per il quale bisogna essere buoni ). Involuzione insidiosa e ben mascherata, ma pericolosa: si poteva avercela col genere maschile, ma come prendersela col bambino? Il «nemico» contro cui battersi diventa non più l’ Altro, ma la donna stessa. Miscela esplosiva: sotto le cannonate colpevolizzanti del nuovo naturalismo (niente biberon, allattamento al seno, niente pannolini sintentici che «fanno male», ritorni in auge del parto naturale ecc…), unite al taglio al welfare imposto dalla crisi, a farne le spese è sempre, sì, di nuovo la donna, ma con una novità. Sono le donne stesse a volere questo; le neonaturaliste francesi sono giovani che si ribellano alle madri e alle loro conquiste. Cosa è avvenuto? Corsi e ricorsi della storia, o fenomeni che vanno approfonditi? Dal naturalismo a fare del bambino un piccolo despota, il passo è breve: tutto gli va concesso. Perché cresca senza limiti imposti, secondo la sua natura . Perché non ha scelto di nascere, non gli si può dire di no, bisogna assecondarlo . Sennò, non sei una brava madre: non si può riconoscere l’ ambivalenza (l’ epoca televisiva non sembra tollerarla, o tutto bello o tutto brutto), il fallimento dell’ essere genitori, la delusione che talvolta ci perseguita. Dati e statistiche alla mano, la Badinter non scava nel profondo, ma mette in luce come solo certe nicchie privilegiate, donne istruite e abbienti, si permettano di disobbedire alla legge dell’ idealizzazione e a far di testa loro secondo coscienza. Dunque, un altro regresso che non ci aspettavamo: la disuguaglianza non va cercata tra uomo e donna, ma tra donna e donna, quella con gli strumenti economici-culturali, e quella che ne è priva… Ci siamo illusi che la libertà avviasse un circolo virtuoso? Che la libertà, come un file del pc, aprisse altre porticine di libertà? Presto per dirlo forse, ma non sembra essere andata così. Viviamo nell’ epoca degli imperativi paradossali , per cui quelle che sembravano conquiste in libertà, si sono rivoltate nel loro contrario. Non solo devi essere una madre perfetta, ma devi godere, divertirti, essere sana, sembrare più giovane. Simpatica Badinter quando rivendica il diritto ad essere stata una madre mediocre! Tre figli, una bella carriera, una vita piena: ha fatto quello che ha potuto … E se ce lo dicessimo un po’ più spesso? D’ altronde, niente di così nuovo sotto il sole, se già il Grande Inquisitore di Dostoevskij ci aveva avvertiti. Volete rendere un uomo infelice? Complicargli la vita? Dategli la libertà.