D-Repubblica.it
16 maggio 2019
Tutti matti per Baby Archie: perché siamo così presi dalle vicende dei reali inglesi?
Intervista a Adelia Lucattini di Eva Grippa
Introduzione: Come si costruisce l’identità nella “società ipermoderna”? E quanto influiscono su questo complesso processo, interno a ogni individuo, relativo ai suoi gruppi di appartenenza e gruppale in senso lato, con un effetto specchio, vari riferimenti identificatori, miti comuni e condivisi ai più?
Adelia Lucattini, Psichiatra, Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana, esperta di Psiconalisi bambini adolescenti, attraverso le vicende dei reali inglesi e la favola di Harry e Meghan, ne illustra concretamente alcuni aspetti. (Maria Naccari Carlizzi)
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16 maggio 2019
Tutti matti per Baby Archie: perché siamo così presi dalle vicende dei reali inglesi?
INTERVISTA AD ADELIA LUCATTINI DI EVA GRIPPA
La nascita del primogenito del principe Harry e di Meghan Markle ha oscurato per qualche giorno ogni altra notizia dal Regno Unito, perfino la Brexit. Perché siamo così attratti dalle vicende di una monarchia che non ci appartiene? Adelia Lucattini, psichiatra e psicoterapeuta, spiega le ragioni di questo interesse e le dinamiche del “comportamento prosociale”
L’attrice americana che sposa un principe britannico, il royal wedding, l’attesa e la nascita del primo figlio. E ancora prima delle vicende di Harry e Meghan, quelle del maggiore dei fratelli Windsor, William, che con Kate Middleton ha fatto rivivere al mondo la favola di Lady Diana, la borghese che sposa il principe erede al trono. Comprensibile che tutto questo appassioni il mondo anglosassone, e i Paesi del Commonwealth, ma perché piace tanto a noi? Di fatto, quella britannica è monarchia che non ci appartiene… come hanno fatto i reali inglesi a infiltrarsi nella nostra coscienza collettiva?
“Il terreno era già stato preparato da Lady Diana ed era tornato agli splendori di quegli anni attraverso Kate Middleton, che però non aveva così avvicinato masse poiché comunque proveniente da una famiglia alto-borghese, ha frequentato scuole esclusive e si è perfettamente adattata alla vita di corte seguendone i rigidi protocolli”, spiega Adelia Lucattini, psichiatra, interrogata sul tema.
Il confronto tra Meghan Markle e Kate Middleton, moglie di William
“Nonostante alcuni film, anche ben riusciti, sulla sua storia col principe William, Kate Middleton è sempre stata vissuta come una persona un po’ distante e non semplice da imitare, benché mite, bella e d’indubbia classe. Volendo azzardare un paragone, dire che è molto simile per stile e caratteristiche a Jacqueline Kennedy. Meghan Markle, invece, ha permesso un vero e proprio salto dando a tutti la possibilità di immedesimarsi in lei. Di desiderare di essere come lei.
Di fatto incarna l’eroina positiva, come Belle della amatissima fiaba La bella e la Bestiache con il suo buon carattere, la sua bellezza e il suo sorriso riesce a tirare fuori il meglio dal principe colto da una maleficio; rimanendo nella metafora, il principe Harry è rimasto piccolissimo orfano dell’amatissima madre Diana”. Morta tragicamente, ricordiamo, a Parigi nel 1997 quando Harry aveva solo 12 anni.
“Meghan proviene dalla piccola borghesia, ha avuto un’educazione di livello, ma alla portata di tutti, i suoi genitori sono divorziati (lo è perfino lei stessa!) e la sua è una famiglia piena di ‘peccati’ da nascondere. Si è fatta largo da sola per la sua bravura, è riuscita in qualche modo a sfondare nel mondo dello spettacolo. Meghan Markle incarna per tutte le donne il successo conseguito a fatica nel tentativo di potersi affermare nel lavoro, nella vita e nel mondo”.
Comportamento prosociale ed empatia
Dove vanno rintracciati, dunque, i motivi di tanto interesse nei confronti di Meghan Markle e dei reali in generale?
“Tutto questo ha a che fare con il comportamento prosociale“, risponde Lucattini. “È una propensione ad aiutare le altre persone e si manifesta con una preoccupazione continua nutrita verso diritti, sentimenti e benessere degli altri. Senza aspettarsi ricompense, un rapporto a senso unico. Tipica del comportamento prosociale è l’empatia.
Indubbiamente Meghan Markle riesce a suscitare empatia con le persone che incontra, perfino attraverso lo schermo. In parte questo è attribuibile alla sua professione di attrice, ma sicuramente è anche un’attitudine psicologica personale, e probabilimente il fatto di aver coltivato la pratica dello yoga a lungo ha contribuito ad accentuarla”.
Che differenza c’è tra empatia e altruismo?
“Non bisogna confondere l’empatia e la capacità di incarnare un modello di identificazione positivo, con l’altruismo. Quest’ultimo può essere una delle motivazioni che stanno dietro questo comportamento, non l’unica, e non si riferisce al comportamento prosociale in sé”.
Il coinvolgimento è emotivo ma anche imitativo: il “Meghan Effect” dimostra che in molte non solo seguono la duchessa, ma vogliono vestire come lei. Perché?
“Tutti gli apprendimenti, fin da neonati, si basano su due elementi: la relazione con la persona amata (la mamma ed il papà) e l’imitazione. Il coinvolgimento emotivo si rifà alla relazione ‘primaria’ che ogni persona ha potuto sperimentare con i propri genitori e che rivive nella vita quotidiana con altre persone. Ma a volte accade che venga proiettata in relazioni idealizzate o ideali come quelle con i personaggi pubblici e le star. L’imitazione è un comportamento spontaneo che afferisce alla possibilità di migliorare se stessi attraverso dei modelli. Meghan Markle è una donna che appare positiva e misurata, sincera agli occhi del grande pubblico: il suo mostrarsi in abito bianco a poche ore dal parto ne è un esempio. Imitarne lo stile e le griffe, nelle ragazze come le donne, può dare sicurezza, una conferma che la propria ‘imperfezione’ sia migliorabile ed ogni particolarità ‘perfettibile’.
La storia di Meghan racconta a tutte che si può nascere di colore, con i capelli crespi, essere cresciuti da mamme single eppure aver successo nella vita senza dover dire ‘grazie’ a nessuno se non a se stessi; merito dello studio, dell’educazione, del sacrificio. Si può diventare un’attrice di successo, valorizzare i propri aspetti positivi fisici e intellettuali, e perfino diventare una principessa, sogno nel cassetto di ogni bambina (almeno di quelle d’epoca pre-MeToo, ndr) che diventa realtà con una qualità specifica rispetto anche ad altri reali di rango: l’amore. Amore che non avevano scelto Diana Spencer, Grace Kelly, Jacqueline Kennedy e forse nemmeno la stessa regina Elisabetta. Amore che invece è al centro della relazione, altrettanto privata quanto mediatica, tra Meghan Markle e il principe Harry”
(Eva Grippa: Giornalista. Vicecaposervizio area people & lifestyle Company NameD.it – La Repubblica Rclub)