ROBERT IRWIN, 2015
Parole chiave: memoria, funzionamento mentale, bambini, adolescenti
“Salute: allenare la mente e la memoria. Superare le difficoltà di concentrazione e attenzione negli adulti, adolescenti e nei bambini” a A. Lucattini La Voce del Lazio 22/1/2024
La Voce Del Lazio – Salute
22 gennaio 2024
Intervista a Adelia Lucattini di Marialuisa Roscino
Introduzione: Le difficoltà di attenzione e concentrazione nell’età evolutiva possono essere il segnale di problematiche emotive e relazionali? Come dice Adelia Lucattini, psicoanalista esperta di bambini e adolescenti, sono numerosi i fattori che contribuiscono alla nascita di queste difficoltà inclusi i fattori ambientali e sociali ma è importante riflettere sulle possibili cause con l’aiuto di un percorso terapeutico.(Maria Antoncecchi)
Salute: allenare la mente e la memoria. Superare le difficoltà di concentrazione e attenzione negli adulti, adolescenti e nei bambini.
La Voce Del Lazio – Salute
22 gennaio 2024
Intervista a Adelia Lucattini di Marialuisa Roscino
La memoria e la capacità di astrazione sono due funzioni mentali fondamentali che in equilibrio con le emozioni e guidate dall’inconscio, permettono di apprendere, ragionare, risolvere problemi, prendere decisioni e anche di creare relazioni e stringere legami. A volte, tuttavia, può accadere di trovarsi in situazioni di difficoltà a causa di un deficit di concentrazione e attenzione. Ciò può accadere in ogni persona, che si tratti di un adulto, di un adolescente o di un bambino. Ecco allora alcuni consigli dell’esperta Psichiatra e Psicoanalista Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana, Adelia Lucattini, per tenere in buona salute la mente e la memoria.
Dott.ssa Lucattini, quali sono i principali fattori, che contribuiscono alla diffusa difficoltà di attenzione e concentrazione tra adulti, adolescenti e bambini in un contesto sociale che espone sempre di più ad una sovrastimolazione sensoriale e attentiva?
Le difficoltà di attenzione e concentrazione che possono colpire a tutte le età, sono legate a molteplici fattori. Tra le cause che più comunemente si riscontrano, troviamo la predisposizione individuale o familiare, malattie organiche e i traumi psicologici, che hanno un grande peso in tutta la vita dall’infanzia all’età adulta anche se con intensità diversa
Oggi, più che mai, tutti siamo tempestati da stimoli continui e incalzanti che sollecitano la nostra mente, disturbano sul piano emotivo e richiamano incessantemente la nostra attenzione. Questo battage incessante può portare ad affaticamento e stress, nel lungo termine anche a depressione, con conseguente dispersione delle energie mentali e difficoltà di attenzione e concentrazione.
Può spiegare che cosa s’intende per attenzione?
L’attenzione è la capacità di concentrarsi su qualcosa filtrando altre informazioni. L’attenzione permette di ‘escludere’ informazioni, sensazioni e pensieri che non sono rilevanti in quel momento e concentrare invece, la nostra energia su ciò che è importante. L’attenzione viene spesso paragonata a un riflettore, con un’area di messa a fuoco (ciò a cui prestiamo attivamente attenzione) e una zona marginale (ciò che il nostro cervello sta inconsciamente controllando). È attraverso questo specifico funzionamento che altre informazioni possono entrare e interrompere l’attenzione senza che ce ne rendiamo conto. Ad esempio, potremmo sentire il nostro nome pronunciato in una stanza affollata anche se stiamo conversando con qualcun altro. Questo perché l’inconscio è come un radar ed è sempre attivo, anche quando siamo svegli e non solo di notte quando si manifesta “nei sogni”.
E per concentrazione?
La concentrazione è la capacità di mantenere la nostra attenzione su qualcosa per un periodo continuo, altrimenti nota come “attenzione sostenuta”. È quel tipo di attenzione che mantiene la nostra mente focalizzata su un’attività per un periodo di tempo prolungato, in modo che possiamo riflettere, pensare, imparare o ricordarla. Ad esempio, riuscire a concentrarsi sulla lettura di un libro o nella visione di un film o nella stesura di compito in classe per il tempo necessario, senza badare alle altre cose intorno o essere distratti da pensieri estranei a quello che stiamo facendo.
Attenzione e concentrazione sono importanti per l’apprendimento, poiché è necessario prestare attenzione e concentrarci sulle cose per capirle e ricordarle, per memorizzarle.
Come la psicoanalisi può contribuire a comprendere e affrontare le sfide legate alla dispersione delle energie mentali e alla difficoltà di concentrazione?
I bambini con difficoltà attentive hanno maggiori difficoltà nell’apprendimento e nella mentalizzazione, ovvero l’attività mentale immaginativa che porta a percepire e interpretare i propri comportamenti e quelli altrui come il risultato di stati psichici interiori. Inoltre, la difficoltà ad apprendere coinvolge anche i propri comportamenti per cui possono fare una maggior fatica a regolare le proprie emozioni e attività fisica utilizzando i propri pensieri. Il trattamento psicoanalitico aiuta a riflettere sul proprio funzionamento mentale, attiva la riflessività e porta ad utilizzare questa funzione autoriflessiva per regolare le emozioni e organizzare i pensieri. In breve, questo processo appena descritto è quello che comunemente viene chiamato “insight”, presa di coscienza profonda sia consapevole che inconscia, che è considerato tra uno dei principali fattori trasformativi della psicoanalisi.
In che misura, le esperienze psicologiche e sociali influenzano la capacità di attenzione e concentrazione di un individuo, e come possono essere gestite attraverso l’approccio psicoanalitico?
Dal punto di vista psicologico, le esperienze traumatiche sono tra i fattori più importanti nell’influenzare negativamente il funzionamento mentale, sul versante emotivo, di ragionamento e relazionale. Tra i traumi più significativi possiamo annoverare lutti, perdite, separazioni, malattie personali o di persone care, rovesci economici, emigrazione. Naturalmente hanno un alto peso specifico, sia il contesto sociale in cui la persona vive, che l’ambiente in cui si trova immersa.
Il trattamento psicoanalitico, oltre facilitare lo sviluppo dell’“insight”, della riflessività e dell’autoregolazione, potenzia le capacità di comprensione dei fenomeni, nuove modalità e attitudini verso se stessi e la realtà. La psicoanalisi, attraverso la relazione paziente-analista in cui il paziente è protagonista, nello scambio attivo e partecipato in cui è artefice del processo di progressivo cambiamento e miglioramento, permette di sviluppare funzioni mentali e abitua ad utilizzarle. Va da sé che è tranquillizzante, poiché sgombra il campo da elementi disturbanti, come ansia e oscillazioni dell’umore, che interferiscono negativamente su attenzione e concentrazione, a tutte le età.
Quali sono i tipi d’intervento per adulti e adolescenti?
Negli adolescenti e negli adulti, gli interventi terapeutici sono molteplici. Dopo la diagnosi, che è sia clinica, attraverso un’accurata visita del paziente (psicologica, psicoanalitica, psichiatrica), che testologica (test psicodiagnostici), i trattamenti possono essere farmacologici (farmaci nutraceutici, integratori, farmaci tradizionali) e psicologici con un supporto psicoterapeutico psicodinamico o psicoanalitico. Inoltre, risulta efficace l’integrazione di alcune pratiche sportive e motorie che stimolano la propriocezione e la concentrazione anche attraverso una specifica gestione del respiro (Yoga, Tai-Chi, Pilates, ginnastica propriocettiva, etc.). Infine, il mental coaching psicodinamico.
In quali casi, si può richiedere una valutazione di base del funzionamento mentale, degli apprendimenti e delle funzioni cognitive in età evolutiva?
Ogni volta che un bambino mostra un ritardo significativo nelle fasi e tappe di sviluppo (imparare a parlare, camminare a tenere in mano il cucchiaino, a correre, andare in bicicletta, a disegnare, a leggere e scrivere, etc.) o manifesta una lentezza particolare nello svolgere compliti semplici per la sua età, in questi casi è necessaria una valutazione specialistica di solito chiesta da pediatra, di tipo neuropsichiatrico, psicologico e psicodiagnostico.
Può spiegarci in che modo, in particolare, la psicomotricità può avere un ruolo chiave nel supportare la crescita della mente nei bambini?
Per i bambini fino agli otto anni di età è consigliata la psicomotricità psicoanalitica che emerge come disciplina fondamentale, poiché coinvolge attivamente il corpo e la mente, favorendo la concentrazione e migliorando la memoria a medio e lungo termine che sono strettamente legate alla sensorialità e all’affettività.
La psicomotricità psicoanalitica in particolare, riveste un ruolo cruciale nel favorire una crescita equilibrata, poiché ne stimola uno sviluppo psicofisico armonioso, utilizzando la forza del legame mente-corpo tipica dell’infanzia e abitua, consolidandola nel tempo, a soglie di attenzione progressivamente maggiori. Attraverso attività psico-motorie mirate, i bambini acquisiscono consapevolezza corporea, coordinazione e controllo motorio, sviluppano la capacità propriocettiva, contribuendo così al potenziamento di specifiche qualità emotive. Inoltre, incrementano la capacità di comprensione e migliorano le abilità relazionali e sociali. La psicomotricità a orientamento psicoanalitico favorisce anche l’espressione delle emozioni e la gestione dello stress, promuovendo una sana crescita del bambino nella sua complessità e interezza. Oltre a ciò, aiuta nella prevenzione di eventuali difficoltà negli apprendimenti, migliorando la concentrazione e la capacità di dedicarsi con profitto ad attività scolastiche, sportive e artistiche. In breve, la psicomotricità psicoanalitica è un elemento fondamentale per il benessere fisico e mentale dei bambini, poiché fornisce loro gli strumenti essenziali e dà solide basi per affrontare con piacere e successo gli impegni presenti e le sfide future.
Quali consigli può dare ai genitori per favorire un ambiente che contrasti la dispersione attentiva anche nei giovani, talvolta favorita anche dall’utilizzo di smartphone e dei social?
Osservare i propri figli fin da bambini confrontandosi anche con altri genitori per vedere se stanno percorrendo le normali tappe di sviluppo in linea con la propria età;
Non pressare i figli richiedendo prestazioni non adatte all’età, un ambiente accogliente, contenitivo, stimolante ma non eccessivamente esigente, favorisce un buon sviluppo psicofisico;
Coinvolgere fin da piccoli i figli in attività artistiche e creative, in cui le emozioni, la capacità di comprensione e astrazione sono uniti all’utilizzo della motricità fine (dita);
Favorire attività sportive e motorie che migliorino la coordinazione (bicicletta);
Limitare l’utilizzo degli smartphone e dei dispositivi elettronici anche dopo i dodici anni per un massimo di due ore al giorno, per il loro stesso funzionamento unito a contenuti non sempre idonei. In alcuni casi risultano, infatti, essere eccitanti a livello mentale, provocando un eccitamento mentale e iperattività fisica, per questo, affaticano e diminuiscono drasticamente le capacità di attenzione e di concentrazione. È importante tenere presente che ciò avviene non soltanto per ragioni psicologiche (stress, perdita di sonno, etc.), ma anche per neuropsicobiologiche.
Stimolare l’interesse e il piacere per la lettura e per la scrittura a mano. Sono attività non solo educative che hanno delle qualità specifiche per cui rilassano, espandono la fantasia, arricchiscono il linguaggio, mettono in contatto con mondi e realtà nuove, abituano alle metafore, sviluppano una mente creativa, poetica e matematica al tempo stesso.