“Sull’altopiano del
Renon, nei pressi di Bolzano, si ricordano ancora di Sigmund Freud, che qui
veniva a cercare ispirazione e bellezza.”
Inizia così, sulla
rivista di viaggi Dove (anno 21, n.6, giugno 2011, p.153), l’informazione
pubblicitaria intitolata “Psicoanalisi
del relax. Il piacere, inconscio, del Renon.”.
Un’informazione
pubblicitaria decisamente insolita e, per un analista, molto intrigante, non
solo perché fa sempre piacere sentirsi ‘a casa’ – la psicoanalisi, l’inconscio
-, ma, soprattutto, perché colpisce molto positivamente che oggi, per reclamizzare una vacanza e un luogo in cui
trascorrerla, si faccia appello fin dal titolo alla psicoanalisi, all’inconscio,
a Freud. L’articolo che segue,
come si può verificare, è piacevole, evoca le passeggiate mattutine del padre
della psicoanalisi con l’amato cane Jo-Fi, la sua ricerca di silenzio, il
desiderio di un buon caffè, la lettura del quotidiano locale al tavolino del
Park Hotel Holzner caffè…
Daniela Scotto di
Fasano
Psicoanalisi
del relax
Il piacere,
inconscio, del Renon
Sull’Altipiano
del Renon, nei pressi di Bolzano, si ricordano ancora di Sigmund Freud, che qui
veniva a cercare ispirazione e bellezza. Doni che gli ospiti trovano ancora
oggi.
Bastano 11 minuti
per salire in paradiso. Solo 11 minuti, con un viaggio panoramico, in una
modernissima funivia, per arrivare da Bolzano al Renon. È tutto un altro mondo.
Ci si lasciano
alle spalle piazze e musei, per immergersi nella natura, nel silenzio,
nell’energia. Trovando sentieri e percorsi per escursioni a piedi o con la
mountain bike, itinerari per gli appassionati di equitazione e, d’inverno,
anche piste da sci.
Non è un caso, in
fondo, che il padre della psicanalisi, Sigmund Freud, avesse scelto il Renon
come sua meta per rilassarsi. Al Renon passeggiava, pensava, studiava,
scriveva. Tanto che sull’altipiano, e in particolare nel paesino di Collalbo,
il suo ricordo è ancora vivo, tangibile.
Pare che Freud,
di primo mattino, salisse di buon passo verso il Corno del Renon, insieme al
fido Jo-Fi, il suo amatissimo cane. Scarponi ai piedi, bastone alla mano,
camminava di buon passo, abbracciato dall’oscurità, per raggiungere il Corno al
sorgere del sole. Era un momento tutto suo. Lì, davanti alla magia della
nascita di un nuovo giorno, con il sole che timidamente faceva capolino tra
Sciliar e Catinaccio, Latemar e Corno Bianco, Freud dimenticava i suoi studi e
le sue intuizioni su sogni e pulsioni, facendosi travolgere dalla bellezza della
natura.
Poi, con un
enigmatico sorriso, sorprendente visto il piglio deciso e volitivo che lo
caratterizzava, si avviava verso il Park Hotel Holzner, in puro stile liberty,
con una luminosa veranda e un’ eleganza sobria e raffinata.
Pare che qui si
godesse, con assoluta tranquillità, il primo caffè del mattino, accompagnato da
un paio di pasticcini e dalle notizie del quotidiano locale mentre Jo-Fi,
nascosto sotto il tavolino in ghisa, spingeva il mento contro suo ginocchio per
ricevere qualche carezza.
Pura ed
invidiabile tranquillità, insomma.
Quella che si
gode, ancora oggi, al Renon.
Bolzano, con le
sue meraviglie, è lì, a due passi. Ma chi arriva al Renon cerca natura,
silenzi, panorami, ispirazione. Proprio come Freud. Proprio come cent’anni fa.