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Perché l’odio può creare consenso per l’autoritarismo. S. Thanopulos, HuffPost, 25/01/2025

24/01/25
Perché l’odio può creare consenso per l’autoritarismo. S. Thanopulos, HuffPost, 25/01/2025

George Grosz 1926

Parole chiave: Psicoanalisi, Laurence Kahn, odio, amore

Perché l’odio può creare consenso per l’autoritarismo

S. Thanopulos, HuffPost 23/01/2025
Presidente Società Psicoanalitica Italiana

Dietro la vittoria di Trump c’è la svolta radicale a destra che ha impresso al partito repubblicano, il
suo frontale attacco alla democrazia e la chiara intenzione di sostituirla con un regime autoritario.
L’odio, la menzogna e l’autoritarismo di cui si è fatto incarnazione non sono stati respinti. Hanno,
invece, conquistato metà degli Americani. Dopodiché vincere le elezioni (con l’aiuto di Biden,
dell’inflazione e del problema della migrazione) non è stata un’impresa difficile.
Ciò che è successo negli Stati Uniti sta succedendo anche in Europa dove i partiti di estrema
destra stanno occupando posizioni molto forti nello spazio politico. La responsabilità delle forze
politiche democratiche è grande. Hanno mostrato una. preoccupante incomprensione nei confronti
di un peggioramento grave della psicologia collettiva. La concentrazione estrema della ricchezza
nelle mani di pochi e l’impoverimento generale di tutti gli altri, la caduta verticale dell’occupazione
stabile, il grave deterioramento del clima e dell’ambiente in generale, la crisi dei legami erotici,
conviviali e solidali, l’evaporazione del tempo libero e l’incremento dell’isolamento sociale (indotto
dall’abuso dei social e della comunicazione online) hanno creato sentimenti forti di precarietà
esistenziale e di incertezza sul futuro. Per i più il vivere alla giornata è diventato un obbligo e le
suggestioni del momento hanno sostituito l’attenta valutazione di ciò che accade nella loro vita e il
buon senso. La. sedimentazione e l’elaborazione delle emozioni sono diventate molto complicate
con produzione inevitabile di ingorghi emotivi che cercano una via di scarica nel pensare e
nell’agire impulsivi.
Il problema centrale è il forte indebolimento della relazione con l’altro (con chi essendo diverso da
noi amplia lo spazio della nostra esistenza) che sta assumendo le sembianze dello sconosciuto,
dell’estraneo. Questo da una parte produce vissuti depressivi (l’eclissi della diversità impoverisce il
nostro desiderio) e, dall’altra, crea sentimenti di diffidenza e di ostilità, un’interpretazione
persecutoria dell’alterità che induce un assetto psichico di tipo paranoico.
I partiti democratici in tutto il mondo hanno perso di vista il legame micidiale creato tra la crisi
economica, politica, culturale e etica dei nostri tempi e l’ammalarsi della psiche collettiva che è
sempre di più preda di vissuti depressivi, di paure persecutorie e di pensieri aggressivi. Hanno
creduto di potere difendere la democrazia dai suoi aggressori denunciando la loro fomentazione
dell’odio e della violenza, la loro falsificazione della realtà e il loro disprezzo per le regole della vita
comune. Senza rendersi conto del fatto che la loro denuncia convince solo una parte dei cittadini.
Un’altra parte, in continuo aumento, trova, invece, proprio in ciò che è denunciato la motivazione
più forte per aderire all’autoritarismo.
Laurence Kahn, psicoanalista francese, in un suo intervento lo scorso Novembre (2024) nel Centro

Veneto di Psicoanalisi ha citato alcune affermazioni di Hitler che sono rivelatrici. Nel 1923, H
affermò che gli ideali comuni e i crimini comuni sono le due cose più in grado di unire gli uomini.
Nel 1926 definì l’odio come il sentimento più stabile e persistente dell’essere umano, molto più
durevole delle verità scientifiche che sono sempre in cambiamento. Nel Mein Kampf scrisse,
inseguendo l’idea della costituzione del popolo tedesco in un unico organismo, che il grande
organizzatore, colui che è capace di rendere reali le teorie astratte, debba essere uno psicologo:
fine conoscitore sia della debolezza sia della bestialità dell’uomo di massa.
L’ideale della trasformazione del popolo in unico organismo (che cancella le differenze e il
desiderio) e l’azione criminale (la distruzione dell’alterità) sono indissociabili. I grandi
“organizzatori”, psicologi delle masse, bravi a manipolare la psiche collettiva, sfruttando le sue
debolezze e i suoi sentimenti negativi (perché ne hanno un’intima personale conoscenza, iscritta
nel loro modo di pensare e di sentire) emergono come salvatori tutte le volte che la vita comune
diventa luogo di precarietà e di dolore. Quando la società si ammala psichicamente e la psicologia
diventa uno strumento formidabile di potere.
In una società fragile psichicamente, tendenzialmente depressa e paranoica al tempo stesso,
l’odio e l’aggressività hanno una importante funzione analgesica (che sostituendosi alla cura della
ferita la fa incancrenire). Creano un effetto eccitante che agisce in modo antidepressivo.
Producono allarme e “adrenalina” che compattano le masse e danno la falsa sensazione di solidità
e sicurezza. Consentono di scaricare le tensioni emotive in modo efficace con le parole e con le
azioni e producono così un effetto calmante.
Si è creduto di poter contrastare il civilmente scorretto delle forze illiberali con il politicamente
corretto: l’uso delle parole per creare buoni sentimenti in grado di contrastare l’odio, il disprezzo e il
rigetto nei confronti della diversità. Un’intenzione buona destinata al fallimento: le parole non
possono creare da sé sentimenti costruttivi, possono, invece, mistificando la realtà, creare
sentimenti distruttivi.
Inoltre, amore e odio non possono essere dissociati, né a favore del primo (un falso), né a favore
del secondo (una follia). I sentimenti costruttivi si fondano sull’accordarsi dell’amore con l’odio e
emergono spontaneamente quando si creano le condizioni. economiche, politiche e culturali che
favoriscono lo sviluppo delle differenze e il gioco vitale della loro intesa.

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