Cultura e Società

Orizzonti di Colori

15/03/11

Introduzione

A Roma il 19 marzo si apre una bella ed interessante mostra, quella della Psicoanalista tedesca Lore Schascht , membro della German Psychoanalytical Association.

La Schacht nel corso degli anni ha trovato nell’incontro tra psicoanalisi, sua professione elettiva, e pittura, suo amore da sempre, il proprio perfetto equilibrio espressivo.

Il titolo della mostra “Orizzonti di colori” caratterizza la scelta stilistica delle circa cinquanta opere esposte.

Silvia Vessella

www.romanotizie.it

dal 19 Marzo al 9 Aprile 2011

Orizzonti di colore. Le opere
di Lore Schacht in mostra fino al 9 Aprile

Dal 19 marzo al 9 aprile 2011, a Spaziottagoni, a
Trastevere, si terrà la mostra personale di Lore Schacht, dal titolo “Orizzonti
di colore”. Saranno esposte una cinquantina di opere.

Lore Schacht è nata nel 1935 a Krefeld in Germania, e
vive a Emmendingen, vicino Friburgo.

Si è laureata in medicina nel 1962 e dal 1969 è
psicoanalista. Fa parte della Società Tedesca di Psicoanalisi (IPA). Si
interessa di pittura dal 1970 e negli ultimi anni questa attività si è rivelata
sempre più importante. Ha esposto in personali in Germania a Fribourg (2005), a
Stuttgart (2007), ad Heidelberg (2009), a Bonn (2010) e nuovamente a Fribourg
(2010).

Le mostre di Lore Schacht sono curate da Christiane
Wiesler e Elmar Wagner. “Dei dipinti di Lore Schacht non è facile parlare, è
come se volessimo dire qualcosa dell’inconscio. Ti affascina e non sai spiegare
perché. Sembra che questa illustre psicoanalista – nella sua opera pittorica,
raggiunta sorprendentemente quasi al termine di una feconda carriera ricca di
meritati riconoscimenti – spinta da una grande pressione interiore, sia stata
trascinata a rappresentarla attraverso la creatività delle libere associazioni
dei colori e dei suoni, che riescono a mettere insieme emozioni
contraddittorie. Lore Schacht è nata a Krefeld in Germania e vive a
Emmendingen, un piccolo e fatato paese della Foresta Nera vicino a Friburgo. Ma
è in Francia, di cui conosce perfettamente la lingua, che trascorre le sue
vacanze e particolarmente in Bretagna, luogo amato, dove la vediamo ritratta
mentre osserva la luce del paesaggio. In Belgio la pittrice vede per la prima
volta una mostra delle opere di Nicolas de Staёl, nel quale riconosce un mondo
parallelo, “una logica della vibrazione che ci restituisce la vertigine del
visibile”.

In seguito, Lore Schacht inizia a produrre quadri in
modo sistematico poco prima dei settanta anni, poiché in precedenza il lavoro
analitico e la scrittura scientifica la occupavano quasi completamente.
Assistiamo quindi ad un fervore della nascita creativa che sorprende l’artista
stessa e che giunge alla profonda volontà di ricominciare dalle origini della
natura e della cultura in una sorta di deflagrante ontogenesi primordiale (La
spiaggia, In estate, Apocalisse 2). Lore Schacht sembra accettare il gioco
bilanciato e il clima compromissorio tra rigore formale ed emozione che si
possono ricondurre alla formula astrattismo-ricostruzione (Adagio). Intensa la
pasta pittorica, una pasta calda, vitale, di grande suggestione (La grande
porta, Il bambino).

Le ampie superfici colorate, definendosi come rapporti
e contrasti di luci diverse, mettono in moto la fantasia dello spettatore
portandolo a intuire allusioni di oggetti, preziosismi di ombre, risalti di
sporgenze luminose.

L’artista, infatti, è cosciente che quello che importa
non è tanto la struttura fatta di superfici che si intrecciano tra loro, ma la
suggestione di una luce che inonda il quadro, trascinando la fantasia in uno
spazio che va oltre il diaframma della superficie colorata.”

Pia De Silvestris
psicoterapeuta della Sipsia e dell’Istituto Winnicott
direttore della rivista Psicoterapia psicoanalitica

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