Cultura e Società

“Nel segno di Freud, il medico dell’inconscio, una vita straordinaria” Huffpost, 10/5/22 di D. D’Alessandro

11/05/22
"Nel segno di Freud, il medico dell’inconscio, una vita straordinaria" Huffpost, 10/5/22 di D. D’Alessandro

Parole chiave: inconscio, Freud, psicoanalisi

Nel segno di Freud, il medico dell’inconscio, una vita straordinaria.Huffpost,10/5/2022 di D.D’Alessandro

Huffpost 10 maggio 2022

La biografia di Peter-André Alt, edita da Hoepli, ha il vantaggio, rispetto a singoli scritti critici, di farci entrare dentro la vita di una persona, nel suo studio, tra le sue pagine e i suoi gusti. 

Introduzione: Il pensiero freudiano ha influenzato ogni ambito della nostra cultura, umanistico e scientifico, riuscendo a sovvertire la nostra visione del mondo. L’ultima biografia su Freud, raccontata da Davide D’Alessandro in questo articolo, esplora l’uomo con i suoi interessi e le sue passioni accanto , naturalmente ,alle sue scoperte scientifiche.

(Maria Antoncecchi)

Davide D’Alessandro, saggista

Huffpost 10 maggio 2022

Nel segno di Freud, il medico dell’inconscio

di Davide D’Alessandro

Ancora Freud? Sì, assolutamente sì. Anche se Sigmund Freud. Il medico dell’inconscio. Una biografia, di Peter-André Alt, storico della cultura, è stato pubblicato in lingua tedesca nel 2016, meritoria è l’edizione di Hoepli, che ora lo rende accessibile ai lettori italiani con la traduzione di Aglae Pizzone e Lorenzo Marinucci.

850 pagine per dire di una vita straordinaria, di un’opera che ha lasciato il segno, di una disciplina, la psicoanalisi, data più volte per morta negli ultimi centoventi anni, eppure capace ogni volta di risorgere e di proseguire il suo cammino. Sembra che abbia i secoli contati e il fondatore può certamente esserne orgoglioso di vederla ancora alle prese con sogni, inconscio, identità, ossessioni, narcisismo, pulsione di morte e guerra. Non c’è campo che ci riguardi in cui Freud non si sia esercitato e in cui non abbia provocato un radicale cambiamento del modo di osservare e osservarci, dell’analisi dello stato individuale e collettivo.

Scrive Silvia Vegetti Finzi nella prefazione: “Il patrimonio di sapere e di saggezza della psicoanalisi è, nei principi fondamentali, universale e perenne. E, anche se ogni epoca lo interroga in modo contingente, è all’umanità che si rivolge ed è il progresso della civiltà che intende promuovere e orientare. Freud è un classico e, come tale, sarà sempre disponibile ad accogliere le nostre domande e a orientare il nostro inquieto cercare. La scoperta dell’inconscio ha poco più di un secolo, ma la sovversione che ha provocato nel modo di rapportarci a noi stessi e agli altri ci ha modellato così profondamente da rendere difficile immaginare radicali alternative. Molti sono stati i contributi e gli approfondimenti apportati dai successori di Freud ma gli elementi di invarianza si sono rivelati così saldi da evitare i pericoli di dispersione e da preservarne l’identità”.

La biografia ha il vantaggio, rispetto a singoli scritti critici, di farci entrare dentro la vita di una persona, nel suo studio, tra le sue pagine e i suoi gusti. Così, oltre a ripercorrerne le opere, scopriamo che il padre della psicoanalisi si godette il mare e la spiaggia di Rapallo, si cimentò nella pesca, fece la conoscenza del polpo, degli anemoni di mare, delle seppie e dei granchi, descrisse Lavarone come una sorta di paradiso e si sentì piuttosto solo nella Città Eterna, pur restando impressionato dai musei e dal paesaggio.

Partire dal romanzo familiare, dall’università, dal medico che ricerca e giungere agli ultimi anni a Vienna, all’emigrazione e al rifugio londinese, fino alla morte, vuol dire dare conto di un percorso continuo, perseverante, di chi aveva un’idea e ha impiegato tutta la vita per svilupparla e affermarla.

Fu buon profeta Thomas Mann, che nel 1936, in onore degli ottant’anni di Freud, pronunciò la seguente allocuzione: “Anche se il futuro riplasmerà o modificherà questo o quel risultato delle sue ricerche, mai più potranno essere messi a tacere gli interrogativi che Freud ha posto all’umanità; le sue scoperte scientifiche non si possono né occultare né negare. I concetti che egli ha formulato, le parole che egli ha scelto per esprimerli sono già entrati con naturalezza nella lingua vivente. In tutti i campi delle scienze e dello spirito, nelle indagini sulla letteratura e sull’arte, nella storia delle religioni e nello studio della preistoria, nella mitologia, nel folklore e nella pedagogia, e non da ultimo nella stessa creazione poetica, la sua opera ha lasciato un’impronta profonda, e siamo certi che se mai alcuna impresa della nostra specie rimarrà indimenticabile, questa sarà proprio l’impresa di Sigmund Freud. Noi tutti non potremmo neppure immaginare il nostro mondo spirituale senza la coraggiosa opera che Freud ha svolto nell’arco della sua esistenza”.

L’impresa è rimasta indimenticabile. Lo sa bene la Società Psicoanalitica Italiana, che dal 26 al 29 maggio celebrerà a Napoli, presso Castel Dell’Ovo, il XX Congresso nazionale dal titolo: “Oltre Narciso e le solitudini: quale sogno per il futuro?”. Sempre nel segno di Freud, accompagnata da Freud, il medico dell’inconscio.

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