Repubblica 15 dicembre 2013
L’educazione sentimentale al principio di realtà
Da Freud a Benigni a Mark Twain, ecco come le narrazioni servono agli adolescenti per entrare in contatto con la vita
INTRODUZIONE: Massimo Ammaniti indaga l’intreccio fra realtà e fantasia nel mondo degli adolescenti attraverso l’interesse dell’ editoria per la pubblicazione di narrazioni legate alla vita quotidiana. L’obiettivo, secondo Ammaniti, è aiutare i genitori nel compito di proteggere i figli dai molti pericoli contemporanei provenienti dalle più diverse fonti. (Silvia Vessella)
REPUBBLICA 15 DICEMBRE 2013
Massimo Ammaniti
Questo rinnovato interesse editoriale per quello che succede nella vita quotidiana dei bambini e degli adolescenti sembra spostare il baricentro dal mondo delle storie fantastiche popolate da esseri sovrannaturali oppure da maghi ed orchi a racconti che riflettono maggiormente la vita reale con i suoi ostacoli e le sue difficoltà, che devono essere affrontate e superate. Si tratta di due poli, quello della fantasia e quello della realtà, attorno a cui si organizza la vita psichica dei bambini, come ha messo in luce il pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott. E se queste due dimensioni dell’esperienza sono apparentemente in contrapposizione, sono tuttavia fortemente intrecciate, proprio perché se le fantasie non sono ancorate alla realtà possono divenire dilaganti e far perdere di vista la propria collocazione personale. E se la realtà non si arricchisce di risonanze fantastiche, rischia di condurre a una visione concreta ed appiattita.
Ci si può chiedere perché l’editoria oggi proponga dei libri che mettono a fuoco vicissitudini legate alla vita quotidiana, che sembrano essere accolte positivamente dai genitori e anche dai bambini e dagli adolescenti.
Un primo obiettivo di questi libri è quello di sostenere i genitori nel loro compito di aiutare il figlio fin dai primi anni di vita a riconoscere i codici e le regole della vita quotidiana, per esempio quando esci da scuola, se qualcuno che non conosci ti rivolge la parola, non rispondergli e rimani accanto ai tuoi amichetti. I genitori, oltre a fornire il supporto affettivo ai figli, condividendone emozioni e stati d’animo, sono anche i primi educatori che devono guidare l’esplorazione del mondo da parte dei figli, riconoscendo i possibili pericoli che possono incontrare ed imparando a fronteggiarli senza farsene sovrastare. In altri termini, un’educazione sentimentale alla realtà. Probabilmente, molti si ricorderanno il film di Roberto Benigni La vita è bellain cui padre e figlio vengono imprigionati in un campo di concentramento nazista e il padre è preoccupato che il figlio non ne venga traumatizzato e che soprattutto riesca a salvarsi dal pericolo. Per questo motivo, quando i soldati nazisti trasmettono ai prigionieri le regole del campo, il padre si propone di tradurle in italiano cambiando gli ordini dei soldati in modo che il figlio non ne veda la brutalità e sia in grado, quando arriveranno le truppe americane a liberarli, di rivolgersi a loro per salvarsi.
Il secondo obiettivo è quello di raccontare ai bambini e agli adolescenti delle storie con cui si possano identificare, stimolando la condivisione delle avventure dei protagonisti, spesso della loro età, delle loro apprensioni e delle loro paure, ma anche degli espedienti e delle tattiche che mettono in atto per sventare i pericoli. L’apprendimento non passa soltanto attraverso indicazioni dirette, divieti e prescrizioni, ma soprattutto attraverso narrazioni che utilizzano analogie e metafore che facilitano l’identificazione affettiva che è molto più efficace di qualsiasi processo cognitivo basato sulla razionalità delle argomentazioni. Molte favole che venivano raccontate ai bambini, soprattutto in passato, servivano proprio a questo: farli entrare nel mondo fantastico dei personaggi e nello stesso tempo trasmettere informazioni e orientamenti educativi e prescrittivi.
Questa forte sottolineatura del principio di realtà, oltre a essere stato costantemente messo in luce da Freud in contrapposizione al principio del piacere, è stato poi centrale nel pensiero dello psicoanalista inglese John Bowlby, ben noto per la sua teoria dell’attaccamento. Secondo Bowlby, le particolari capacità umane di adattamento al mondo reale ne hanno permesso la sopravvivenza e addirittura l’affermazione in termini evoluzionistici e ogni genitore funziona come una “base sicura” da cui il figlio si diparte per iniziare la sua esplorazione del mondo. È evidente che le prime esplorazioni dei bambini sono ancora limitate e avvengono sotto gli occhi vigili dei genitori, ma progressivamente si ampliano anche grazie alla maturazione delle capacità e all’esperienza che si è accumulata. Per cui, i genitori possono assistere a distanza senza interferire con la sperimentazione dei figli.
Un terzo obiettivo di questa produzione editoriale ha a che fare con il mondo contemporaneo che è divenuto via via più complesso e ricco di insidie, soprattutto per i bambini e gli adolescenti. Così, i genitori hanno bisogno di supporto per orientarsi, basti pensare alla pedofilia in Internet o ad altre forme di adescamento dei bambini e degli adolescenti. Ma forse questo rinnovato interesse per libri che raccontano la vita dei bambini non rappresenta una novità. Infatti, il romanzo Le avventure di Tom Sawyer dello scrittore americano Mark Twain, pubblicato nel 1876, raccontava la storia di un ragazzo di dieci anni che vive nel sud degli Stati Uniti e che, durante le sue scorribande, si trova ad assistere all’uccisione del medico del suo paese. La sua testimonianza in tribunale sarà poi decisiva per scagionare il povero Muff Potter, sospettato di esserne l’autore e per trovare il vero colpevole. Il libro poi finisce con la scoperta da parte di Tom e del suo amico Huck del tesoro nascosto dall’omicida e entrambi diventavano ricchi e rispettati da tutti.
Mentre nel romanzo di Mark Twain le insidie per i ragazzi erano legate al mondo della campagna americana, oggi i pericoli sono ancora più complessi, spesso legati alle seduzioni che vengono dalla Rete. E proprio per questo i ragazzi devono imparare a sfuggirli facendosi guidare anche dai libri.