LA RAGAZZA SUL LETTINO, La Repubblica Bologna , 8 febbraio 2014
Repubblica-8 febbraio 2014
La ragazza sul lettino
“Investimento emotivo come fosse la Madonna”
INTRODUZIONE : Stefano Bolognini commenta il successo del dipinto protagonista della mostra bolognese “La ragazza con l’orecchino di perla” e suggella un momento di felice incontro fra l’arte e la città . (Luisa Masina)
Repubblica – 8 febbraio 2014
ILARIA VENTURI
La ragazza con l’orecchino di perla come la Madonna di San Luca : due icone. Stefano Bolognini, primo italiano a capo della Società Psicoanalitica Internazionale, bolognese con la passione per i disegni del ‘600, stessa epoca di Vermeer, legge il fenomeno con la lente di Freud.
Come spiega questa fascinazione di massa?
Intanto questa è una mostra che muove le acque e di questo Bologna ha bisogno. Il fenomeno? E’ lo stesso di quando hai un cantante che si esibisce da solo, qui si può parlare di one painting show: un evento che moltiplica su di sé un investimento emotivo da parte del pubblico, ovvero quella concentrazione di interesse, aspettative, emozioni che danno valore a quella specifica opera e a quello che può rappresentare.
E cosa rappresenta la ragazza di Vermeer nell’immaginario collettivo?
Oltre all’indubbio valore artistico, il dipinto contiene una serie di elementi che stimolano molto le fantasie delle persone. C’è il tema della ragazza presumibilmente di non elevata condizione sociale valorizzata da un oggetto prezioso che è il tema che si sviluppa in Cenerentola e che ricorre nelle cronache quando una giovane di condizioni modeste incontra l’uomo potente e ricco. E si ritrova il tema del riscatto sociale: quell’orecchino fa fare alla ragazza, incantevole nella sua spontaneità, un upgrading, lo si vede nella sua espressione.
Tutti in fila dunque, è uno show
A rendere spettacolare il dipinto ha contribuito il volto di Scarlett Johansson nel film di Webber. Ma non è solo questo .Il suo arrivo a Bologna è simile a quando scende la Madonna di San Luca: c’è lo stesso tipo di mobilitazione di massa. Sono due oggetti diversi che però concentrano su se stessi un valore sacrale. Il dipinto di Vermeer, in particolare, è un’icona laica estetica. E se l’immagine religiosa attiva la devozione, il fortissimo interesse verso una figura di madre idealizzata che ci protegge, la “ragazza” è un’immagine altrettanto idealizzata, ma all’opposto: significa l’al di qua e non l’al di là, è il bello che vorremmo ci rappresentasse.
Si corre il rischio dell’effetto moda, un evento a cui si partecipa solo per dire io c’ero?
L’aspetto conformistico c’è, ma è una lettura riduttiva. Io parlerei di una rassicurante processione, e in questo non ci vedo nulla di male. E se poi educa all’amore per l’arte, ancora meglio.
Come giudica l’attesa per questo dipinto in mostra?
Freud ha descritto il fenomeno di idealizzazione di massa, che si crea con l’apparizione di capi di stato o di religiosi: vengono idealizzati degli equivalenti dei genitori. Nel caso della ragazza, invece, prevale una componente narcisistica di un sé ideale. Io che vedo il dipinto mi incanto, mi inebrio. Ma poi ne esco anche con un senso di me stesso valorizzato e confortato: sono quello che lo ha visto, che ha partecipato ad una visione collettiva di grande pregio.