Internazionale, 23 Ottobre 2015
Come Freud ci insegna a navigare tra piacere e dovere
In poco più di 7 minuti Freud per i non addetti ai lavori
INTRODUZIONE : A proposito di piacere e dovere, il titolo del prossimo Convegno della Società psicoanalitica italiana è “Le logiche del piacere/l’ambiguità del dolore”, tematica volta all’approfondimento e allo studio della natura umana, tenendo conto dei cambiamenti intercorsi rispetto al paradigma freudiano.
Sorprende piacevolmente perciò l’iniziativa della rivista Internazionale, che ha il pregio di proporre un video realizzato da Alain de Botton. Il video infatti spiega in modo semplice ed efficace chi era Freud, con varie notazioni biografiche, e quale era il suo pensiero circa la natura dell’uomo, il suo sviluppo mentale a partire dall’infanzia, il suo rapporto con la società, la causa della sofferenza psichica e i principi della cura psicoanalitica. Le belle vignette e fotografie d’epoca di cui è corredato il video rendono particolarmente vivace e di notevole impatto, la comunicazione.
L’accento è posto sulla visione freudiana della durezza della vita legata al fondamentale conflitto tra piacere e dovere con le conseguenze patologiche quando tale conflitto non è ben affrontato: l’instaurarsi di soluzioni poco adattative rappresentate dai sintomi nevrotici e la ripetizione nelle relazioni amorose da adulti, dei modelli relazionali infantili con i propri genitori, caratterizzati dalla difficoltà di superare il conflitto.
Nella sintesi, necessariamente riduttiva per lo scopo comunicativo, è stranamente assente la parola “ inconscio”, (solo in un passaggio si dice“ inconsciamente”), scoperta fondamentale di Freud che, se esplicitata, avrebbe aiutato l’ascoltatore a capire meglio e in modo più fedele, il funzionamento della mente umana secondo il pensiero freudiano e che rappresenta una delle maggiori specificità dell’approccio psicoanalitico, se non la più importante (la chiave per aprire la porta). E’ inoltre presente una piccola inesattezza, probabilmente una svista, relativa alla metafora dei porcospini che l’ascoltatore potrebbe essere indotto ad attribuire a Freud che invece la riprende, come noto, da Schopenhauer.
Ma queste notazioni critiche sono “peccati veniali” rispetto alla ottima impostazione generale del video che permette ai non addetti ai lavori di cogliere, in breve, l’essenza del pensiero di Freud con l’invito a interrogare la psicoanalisi sulla sofferenza umana; per gli addetti ai lavori è un’occasione per guardarsi, ancora una volta, allo specchio delle proprie origini con la consapevolezza della lunga strada che in più di 100 anni ha connotato il lavoro scientifico di ampliamento e di notevole evoluzione della teorizzazione freudiana. ( Maria Giovanna Argese )
Internazionale, 23 Ottobre 2015,
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