Cultura e Società

E negli usa trionfa lo spettacolo che mette in scena il vecchio Sigmund

12/04/11

Grande successo a New York per “Freud’s last session”, piece teatrale di Mark St. Germain

In uno studio assediato dalla seconda guerra mondiale a New York si assiste a una “battaglia delle menti” fra Sigmund Freud, a tre settimane dalla morte, ateo convinto ed un convertito C.S.Lewis.

Se volete saperne di più Rossella Valdrè, ne aveva già fatto una bella recensione nel nostro sito.
Silvia Vessella

Aquarork
La Repubblica- 8 APRILE 2011

E negli usa trionfa lo spettacolo che mette in scena il vecchio Sigmund

Metti un campione dell´ateismo e un ateo poco devoto, ma convertito, nella stessa stanza. E metti che l´ateo è nientemeno che il vecchio Sigmund Freud, tre settimane prima di morire, e il convertito è invece il giovane C. S. Lewis oggi famosissimo, anche grazie a Hollywood, per le sue Cronache di Narnia – grazie a Hollywood. Un incontro così sembrerebbe inventato. E infatti Freud´s Last Session è una pièce teatrale: però verosimilissima.
L´autore Mark St. Germain, teatrante di lungo corso che ha fatto di tutto, dal «Cosby Show» in tv a Broadway, per immaginare questa «Battaglia delle Menti» (come recita lo slogan della pubblicità») si è ispirato per la verità a un libro, The Question of God di Armand Nicholi, che ricostruisce gli ultimi giorni del padre della psicanalisi nell´esilio di Londra ipotizzando l´incontro con quel professore di Oxford che aveva appena ironizzato sul vecchio ateo in un suo scritto. Ma un conto è un libro, un conto è vedere i due duellanti in carne e ossa, nello studio minuziosamente ricostruito dalle foto d´epoca.
Anche la giornata scelta per il match è di quelle da cortocircuito emozionale: 3 settembre 1939, il giorno in cui Inghilterra e Francia hanno appena dichiarato guerra alla Germania a 48 ore dall´invasione della Polonia. E vedere il vecchio e il giovane che duellano su Dio, sesso e l´ultimo fine dell´uomo, tra gli allarmi della contraerea e le luci dello studio che si spengono all´improvviso, riporta ogni intellettualistica discussione al nocciolo: parole parole parole – e intanto alla finestra bussa la fine dell´uomo.
Lo spettacolo è un successone nel suo genere, la critica usa le parole del caso, «gemma» e «sorpresa». Presentato l´estate scorsa nel circuito alternativo, quell´off Broadway che si presume meno ricco e spettacoloso, lo show è tornato quest´anno per un nuovo ciclo che doveva durare poche settimane e viene continuamente prorogato.
Si ragiona e si sorride. «Il divieto del sesso prima del matrimonio? Ma è crudeltà mentale!» dice Freud, che non si dà ragione del fatto che un ateo brillante come Lewis sia diventato così devoto. L´attrazione delle reciproche intelligenze non porta da nessuna parte: non può essere uno show a rispondere alle domande ultime. Ma lo stoicismo con cui il Dottore reagisce agli attacchi di tosse – quel maledetto cancro alla gola lo sta uccidendo – è già una risposta. Lewis, premuroso e imbarazzato, lo aiuta a riprendersi: ma per distendersi e riposare, in quello studio assediato dalla guerra, a Sigmund Freud non resta che un lettino.

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