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D-Repubblica.it 6/5/20 Perché il dimagrimento di Adele non dovrebbe essere una notizia. A. Lucattini

14/05/20

06 maggio 2020

D-Repubblica.it

Intervista a Adelia Lucattini di Benedetta Perilli

Perché il dimagrimento di Adele non dovrebbe essere una notizia

Introduzione: Cosa rappresenta il corpo, il corpo e l’aspetto della donna in particolare nella società dell’immagine? L’identità, e i complessi processi connessi, di cui anche il cambiamento del corpo fa parte, è diventata un prodotto globale nell’immaginario collettivo dei fan, e può evocare molteplici reazioni di fronte alle sue non condivise trasformazioni.

Adelia Lucattini è Psichiatra, Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e dell’I.P.A., esperta di  Psicoanalisi bambini adolescenti, (Maria Naccari Carlizzi).

 

06 maggio 2020

D-Repubblica.it

Intervista a Adelia Lucattini di Benedetta Perilli

 

Perché il dimagrimento di Adele non dovrebbe essere una notizia

 Il corpo della donna continua pericolosamente a finire nel mirino del giudizio collettivo. Una pratica dannosa che mette a rischio l’evoluzione femminile. “Con la Callas accadde la stessa cosa, cosa è cambiato in sessanta anni?”, commenta la psicoanalista Adelia Lucattini

No, il dimagrimento di Adele non è una notizia è un fatto personale e come tale andrebbe trattato. Certo, la cantante inglese è un personaggio pubblico sotto la lente di ingrandimento del giudizio collettivo, ma il corpo della donna e il suo aspetto continuano ad avere un peso troppo importante nel ruolo che la donna assume e per questo bisognerebbe imparare a parlarne diversamente o forse semplicemente smettere di parlarne. Abbiamo chiesto un parere a Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana.

 

Dottoressa Lucattini, perché il dimagrimento di Adele, così come quello di qualsiasi persona, non dovrebbe essere una notizia?

 “Con la Callas accadde la stessa cosa, cosa è cambiato in sessanta anni? Quando negli Cinquanta Maria Callas dimagrì passando nel giro di alcuni anni da cento fino a 54 chili, molti parlarono della ripercussione che il dimagrimento aveva avuto sulla sua carriera. Come se la sua immagine di artista fosse legata a una certa fisicità e potenza e come tale dovesse restare. Quel cambio di immagine non le fu perdonato, soprattutto dal mondo musicale e artistico, come se l’aver accolto un nuovo modello estetico avesse svilito le sue qualità, come se dimagrire significasse aderire a un modello imperante di donna oggetto. Da allora sono passati quasi sessanta anni e ancora oggi siamo qui a parlare di Adele e del suo dimagrimento che invece dovrebbe essere un fatto personale. Qual è il pericolo di quello che sembra solamente un gossip? Che continuando a focalizzarsi sul corpo della donna si finisca per tornare ad aderire alla pericolosa dicotomia donna bella poco intelligente con accelerazioni verso il culto dell’aspetto fisico che portano ad esempio le giovanissime a ricorrere alla chirurgia estetica, soprattutto labbra e seno, già a diciotto anni anche senza avere un reale bisogno estetico”.

 

Quindi una donna non dovrebbe scegliere quale corpo volere?

 “Assolutamente, una donna può cambiare e deve decidere di cambiare ma un nuovo aspetto corporeo dovrebbe corrispondere di più a un cambiamento interiore e all’allineamento del nuovo aspetto fisico al nuovo aspetto mentale, il problema è quando tutto questo è sganciato dalla maturazione interiore e finisce per rientrare in un discorso di sola apparenza, di una forma che non ha dietro una sostanza. Così si finisce per esasperare l’esaltazione dell’apparenza, che è da sempre più marcata nei confronti delle donne. Basti pensare al recente caso della giornalista Giovanna Botteri per capire quanto siamo lontani dal valutare una donna senza considerare il suo aspetto fisico. Insomma, proprio ora che con difficoltà la donna si afferma intellettualmente c’è il grosso rischio che continuare a parlare di peso, capelli e abbigliamento la riporti nei luoghi comuni tradizionali. E non parlo di donna angelo del focolare, ma anche e soprattutto di donna Barbarella, contro la quale la stessa Jane Fonda ha condotto una lunga battaglia. Se questi processi non vengono ben trattati il passaggio da Barbarella ad angelo del focolare rischia di essere veloce.

 

Ma perché l’attenzione sul corpo della donna, soprattutto quando è famosa come nel caso di Adele, è così alta?

“Purtroppo, il peso è considerato un tema come il calcio sul quale tutti possono ed hanno qualcosa da dire. È un parametro semplice che ci fa sentire al pari dell’altro e quindi ci mette nelle condizioni di giudicare. È più bella, è più brutta, sta male, ha avuto una delusione d’amore, ha ceduto ai canoni di bellezza imperante, non ha rispettato se stessa. Ognuno si senta autorizzato a dire la sua. Nel caso di Adele c’è poi anche una maggiore attenzione dovuta al modo in cui il dimagrimento e il grande cambiamento è stato comunicato. La cantante è scomparsa ed è riapparsa dopo quasi due anni mostrandosi trasformata, non ha condiviso con i fan il processo di dimagrimento – come spesso fanno tanti famosi sui social mostrando tutto delle loro vite private – e questo ha dato spazio a ipotesi, illazioni e critiche”.

 

Qual è la reazione dei fan davanti a un cambio di immagine così radicale?

“Colpisce perché dal punto di vista medico, sono un’analista ma anche un medico, questo dimagrimento non ha nulla di straordinario. Un sano dimagrimento prevede la perdita tra i 2,8 e 3 chili al mese, quindi 7-800 grammi a settimana. Facendo una dieta normale e calcolando dal momento in cui la cantante è scomparsa dalle scene, la sua altro non è che la scelta di una giovane donna di mettersi a dieta, sicuramente seguita da un buon medico, magari anche da uno psicoterapeuta, e sicuramente con un buon piano di allenamento fisico. Il cambiamento ha corrisposto anche a una nuova fase creativa, infatti è stata annunciata la prossima uscita di un suo nuovo album. Cosa disturba tanto i fan allora? Il fatto che non abbia annunciato di voler fare una dieta o condiviso la sua evoluzione ha dato l’idea non di là motivata difesa della privacy, di un segreto lecito, ma di una sorta di clandestinità, aspetto che ha insita l’idea dell’inganno. Inoltre in passato Adele ha fatto dell’accettazione del suo corpo un cavallo di battaglia e quindi le persone che condividevano questo aspetto possono essersi sentite tradite e abbandonate nella loro lotta. La trasformazione l’ha resa improvvisamente non riconoscibile, sconosciuta. Scattano quindi proiezioni potenti, anche negative: la prima è l’invidia, perché non solo ci troviamo davanti a una artista brava, famosa, ricca che si è fatta da sola ma anche capace di un grande e difficile cambiamento che richiede tenuta emotiva, costanza e tenacia, perdere peso”.

(BENEDETTA PERILLI, GIORNALISTA, SOCIAL MEDIA EDITOR, LA REPUBBLICA)

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