CORRIERE DELLA SERA – Lunedì 23 maggio 2016
SILVIA VEGETTI FINZI
ANTICHE CERTEZZE: LA TERRA E’ MADRE. FREUD TORNA A GOETHE PER AIUTARCI.
INTRODUZIONE : Silvia Vegetti Finzi ci introduce al Congresso Nazionale della Società Psicoanalitica Italiana (Spi), che si terrà a Roma dal 26 al 29 maggio intitolato “Le logiche del piacere, l’ambiguità del dolore”. In esso verranno affrontati gli attuali disagi della civiltà globalizzata, anoressia, autismo, terrorismo, tutte all’insegna dell’ambiguità piacere-dolore. Centrali saranno il tema delle dipendenze, indagate le possibilità offerte dalla neuro psicoanalisi, l’apertura a culture diverse e lontane alla ricerca di una “Geografia della psicoanalisi”. Insomma un’occasione di analisi ricca, aperta su fronti diversi, sia clinico che sociale. (Silvia Vessella)
CORRIERE DELLA SERA – 23 maggio 2016
SILVIA VEGETTI FINZI: ANTICHE CERTEZZE: LA TERRA E’ MADRE. FREUD TORNA A GOETHE PER AIUTARCI.
Viviamo in un’epoca di crisi in cui l’orizzonte del futuro si è fatto opaco. Difficile per i giovani elaborare un progetto di vita in una società statica, dove il ricambio generazionale sembra essersi inceppato. La stagnazione, fermando il tempo, favorisce comportamenti statici, ripetitivi, coatti, come quelli indotti dalle dipendenze.
Questo è uno dei problemi che saranno discussi nel prossimo Congresso Nazionale della Società Psicoanalitica Italiana (Spi), che si terrà a Roma dal 26 al 29 maggio intitolato Le logiche del piacere, l’ambiguità del dolore.
Sotto il segno dell’ambivalenza tra piacere e dolore saranno affrontati molti temi, quali la malattia, l’anoressia, l’autismo, la seduzione della violenza, la corruzione, il terrorismo suicida, le mutilazioni genitali.
Ma quello delle dipendenze appare, per gravità e diffusione, uno dei più urgenti.Il loro ambito, un tempo riservato alle sostanze tossiche, come l’alcool e gli oppiacei, si sottrae ormai a qualsiasi catalogazione perché tutto può divenire droga: Internet, il sesso, il cibo, il gioco d’azzardo, persino il lavoro e lo studio. Ciò che contraddistingue i comportamenti coatti è l’eccesso, la mancanza del limite, la dismisura. Come tali si rivelano effetti dell’inconscio, di una economia onnipotente che ricerca il piacere sino a prevaricarlo per inseguire un “al di là” che, come aveva svelato Freud, finisce per convergere con la pulsione di morte. La morte ci attrae perché offre un “rifugio per la mente” che, evitando la conflittualità che ogni relazione comporta, s’illude di bastare a se stessa.
La psicoanalisi più attuale e radicale, sondando queste contraddizioni, si trova a elaborare un nuovo modello concettuale che, superando le dicotomie freudiane, come quelle tra pulsioni di vita e di morte, piacere e dolore, esterno e interno, riconosce scambi, commistioni, fusioni che rendono più complessa la teoria e più raffinata la clinica. La terapia non si limita ad abolire il sintomo ma si propone di trasformare l’assetto della mente per renderla capace di accettare l’ambivalenza e aprirsi alla percezione della bellezza creata dal lavoro analitico stesso.
La parte più innovativa del programma consiste tuttavia nel confronto con la neurobiologia delle emozioni, in particolare con le proposte di Jaap Panksepp che, riprendendo la convergenza auspicata da Freud nel Progetto (1895), propone di fondare una «neuropsicoanalisi». Una prospettiva che coinvolge la ricerca, la formazione, la terapia, il modo di pensare noi stessi.
Non dimentichiamo però che, nel saggio Il problema dell’analisi condotta da non medici (1926), Freud indica, per la formazione degli psicoanalisti, un programma prevalentemente storico letterario in cui lo psicoanalista ideale risulta un intellettuale complessivo. Una figura che sarà ribadita dal progetto Geografie della psicoanalisi che, affrontando il rischio dell’incomprensione, apre il sapere dell’inconscio a culture diverse e lontane.
L’ultima giornata, infine, che fa da contrappunto alla discussione scientifica, sarà dedicata alla dimensione estetica nella natura, nell’arte e nella vita psichica stessa. Mentre la psicoanalisi classica sonda soprattutto il tempo, quella contemporanea valorizza lo spazio nella convinzione che il paesaggio esterno evochi quello interno tramite una segreta, speculare, sintonia. La contemplazione del mondo, non solo umano ma globale, naturale e culturale, porta a congiungere etica ed estetica, il bello e il buono degli antichi Greci. Ogni nuovo nato incontra una primordiale esperienza estetica nella contemplazione della madre che costituisce tutto il suo ambiente. Riconoscere questa priorità significa recuperare una visione pre-moderna della Madre-Terra: valorizzare il nostro essere parte del cosmo, non per dominarlo e sfruttarlo, ma per comprenderlo e tutelarlo.
Questa prospettiva ci riporta al dialogo che Freud intrattiene con Goethe, che nel Faust scorge nella bellezza, tramite la meraviglia, la forza immaginativa e creativa che salverà il mondo.