MASSIMO AMMANITI, La Repubblica
07 febbraio 2011 – sezione: CULTURA
Ci ha lasciato Giovanni Bollea. Lo rimpiangeranno, tra gli altri, i moltissimi bambini e genitori che ha aiutato nella sua lunga carriera. Si collocava nella tradizione italiana che si era affermata nei primi anni del ‘ 900 attraverso le figure mediche di Maria Montessori, Giuseppe Montesano e Sante De Sanctis che avevano studiato con un’ ottica profondamente innovativa il mondo dei bambini con ritardo mentale e con gravi disturbi relazionali. Ma oltre allo studio scientifico questi medici avevano ridato una speranza ai genitori dei bambini in difficoltà creando una pedagogia speciale adatta a loro. Bollea aveva proseguito questa importante tradizione scientifica, riconosciuta anche a livello internazionale, ma da vero pioniere aveva costruito la disciplina della neuropsichiatria infantile in Italia. Ed è bello ricordare il suo entusiasmo e le sue capacità organizzative: negli anni ‘ 60 costruì l’ Istituto di Neuropsichiatria Infantile, un vero centro di eccellenza. Arrivavano famiglie da tutta Italia per sentire il suo parere e le sue indicazioni: Bollea non rinunciava mai a farsi capire dai genitori e dai bambini ritenendo fondamentale per ogni trattamento la loro comprensione e la loro collaborazione. Ricordo ancora la sua figura in camice bianco mentre si rivolgeva ai genitori dicendo "mi spiego ?". Ma Bollea non era soltanto uno studioso ma anche un uomo profondamente impegnato nelle grandi battaglie per i diritti civili e per il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie e dei bambini. La pensava come lo psicoanalista inglese John Bowlby: se vuoi aiutare un bambino devi in primo luogo sostenere la famiglia. Anche per questo è stato così amato."