REPUBBLICA.IT
13 DICEMBRE 2013
Addio a Luciana Sica, raccontò la psicanalisi
Da vent’anni alla Cultura di Repubblica, dopo una lunga esperienza parlamentare a Paese Sera
di SIMONETTA FIORI
INTRODUZIONE . Una brevissima malattia ho portata via Luciana Sica, cui la Società Psicoanalitica Italiana ha attribuito il Premio Musatti come riconoscimento per la sua opera di sensibile, attenta e rigorosa osservatrice partecipe del mondo della psicoanalisi.
Grande è stato il cordoglio di chi tra gli psicoanalisti aveva avuto occasione di conoscerla o anche solo di leggerla.
Pubblichiamo qui la notizia data dai colleghi di Repubblica e di seguito il suo ultimo articolo del 27 novembre.
Perdiamo una giornalista e una collaboratrice preziosa. (Silvia Vessella)
Luciana Sica
È morta questa notte la nostra collega Luciana Sica, conosciuta dai lettori di Repubblica soprattutto per i suoi articoli sulla psicoanalisi. Avrebbe compiuto sessant’anni il prossimo 16 gennaio. Se n’è andata come aveva vissuto, intensissima, vitale, imprevedibile. Solo tre mesi fa la scoperta di un nodulo ingrossato, poi la Tac e il disastro. “Vedrai, non è niente”, era lei a incoraggiare chi le stava intorno. Una leonessa, così la chiamavamo in redazione. Bella, lunghe gambe slanciate, temperamento di ferro. Fino alla fine non ha smesso di progettare incontri conviviali e week-end in campagna.
Era approdata nelle pagine culturali oltre vent’anni fa, dopo una non breve esperienza a Paese Sera come cronista parlamentare e un passaggio alla Nuova Sardegna. A Repubblica l’incontro con la psicoanalisi, che era una sua passione privata, mai però sino a quel momento tradotta in passione professionale. Un lungo colloquio con i classici e con le più rilevanti personalità del mondo psicoanalitico internazionale, che l’avrebbe condotta a riconoscimenti prestigiosi come il premio Musatti.
Le sue cronache sul destino della disciplina – e sull’animato dibattito che immancabilmente ne scaturisce – erano sempre puntuali e dettagliate, “fin troppo dettagliate” si lamentava chi avrebbe preferito il silenzio dei media. Si trattava di un genere poco praticato dai quotidiani. E talvolta Luciana non si fermava alla cronaca, ma diventava suscitatrice di discussione, come quando pubblicò sul giornale un “Manifesto in difesa della psicoanalisi” che avrebbe dato vita “a una nuova primavera”, poi sfociata nel recente volume einaudiano Salvate il dottor Freud.
Ma la sensibilità verso quella che rimane una straordinaria avventura della mente non era la sua sola qualità. Curiosa e determinata, si era messa a studiare lo spagnolo per poi scoprire l’America Latina e i suoi cantori in prosa e in versi. E poi l’amore per Cuba, che ancora reca una traccia sulla parete di fianco alla scrivania, un Che Guevara sorridente in mezzo alle altre sue icone tra psicoanalisi e cinema.
Tra i tantissimi articoli scritti in questi anni, ce n’è uno in particolare che segna la sua maturità professionale. Una riflessione sulla sofferenza e sulla malattia, mandata al giornale due settimane fa. Il pretesto era il nuovo libro di Eugenio Borgna, studioso che lei amava molto, La dignità ferita, che per quelle strane coincidenze della vita sembrava scritto per lei, già consapevole del tumore avanzato. Ma la sua bravura le ha impedito di “sbrodolare”, attingendo con sobrietà alla verità ultima delle cose. Aveva toccato con mano la lezione di Rilke, “il dolore riconduce nella interiorità la esteriorità della nostra esperienza del mondo”. E di questa ritrovata interiorità non mancava di dar prova a chi le stava vicino, il figlio Michele, la sorella Daniela, l’amica Giovanna che la notte scorsa non le ha mai lasciato la mano. E i tantissimi amici che le hanno voluto bene, anche tra i più giovani in redazione.
Ciao Lu, riposa in pace.
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I funerali di Luciana Sica saranno celebrati domani, sabato 14 dicembre, alle ore 14, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma.