Come psicoanalista oltre che come donna leggendo l’articolo mi sono chiesta: Farisa: quale è il problema?
Sembra un caso fabbricato per superare “quasi” tutti i problemi relativi all’affidamento- certo non all’adozione che resta complicata sia per via di legge che per via di impegno sine die dei “nuovi” genitori ma questa è un’altra questione- poiché intorno a Farisa ci sono tutte le figure della famiglia passata e presente, vecchia e nuova.
Ci sono due genitori biologici che non l’hanno abbandonata ma personalmente affidata di fatto a due persone di loro fiducia. Per di più le due persone sono due uomini desiderosi di fare da genitori-anche se temporaneamente-cosa questa che rappresenta un valore aggiunto dell’esperienza di cui parliamo.
Il rapporto che viene in primo piano in questo caso non è quello con l’omosessualità, che del resto ha molte articolazioni diverse anche tra gli psicoanalisti, quanto piuttosto tra omosessualità\nuove famiglie. Se procreatori si nasce genitori si diventa e questo vale per donne e uomini. La psicoanalisi ha messo al centro non i genitori biologici, non solo e non primariamente, bensì coloro che nel rapporto di cura e amore concorrono a formare nel soggetto umano un’immagine del passaggio tra le generazioni e della differenza tra i sessi.
Siamo una specie che si riproduce attraverso l’accoppiamento di maschi e femmine. Ma anche in questo caso dobbiamo diventare propriamente uomini e donne e questo avviene attraverso il rapporto che il piccolo umano ha con l’adulto che lo sostiene nella crescita psicofisica.
Ecco nel caso di Farisa c’è la presenza di uomini e donne con la novità di una nuova genitorialità, che si appoggia su quella che conosciamo, che si affaccia alla storia della nostra civiltà di cui la psicoanalisi è grande contributrice e responsabile anche.
Siamo, noi psicoanalisti, immersi nel flusso del cambiamento che la famiglia sta avendo ed è una questione di etica della psicoanalisi non ridurre al passato il presente bensì indagare come questo presente abbia le sue radici nel passato e non possa che essere così. Ma il passato è una radice e non un destino.
Ecco i motivi secondo me del “plusvalore” insito nel caso Farisa.
- superamento della genitorialità biologica a favore della cura.
- In questo caso sono i genitori biologici ad aver compreso i limiti delle cure che potevano prestare al figlio.
- Intorno a questa bambina si è costituita una nuova rete di relazioni all’interno della quale l’orientamento sessuale passa decisamente in secondo piano
- A livello delle immagini- grande serbatoio del preconscio sia individuale che collettivo- il fatto che due mani maschili stringano quelle di una bambina, futura donna, suggerisce una nuova alleanza tra i sessi.
- La coppia di uomini dovrà confrontarsi con i limiti del narcisismo che la cura di un bambino prevede, al di là dell’esaltazione\eccitazione che l’impresa può provocare.
- Insomma un modo di sperimentare la castrazione che fa dell’essere umano un animale che può andare oltre gli istinti a favore della capacità di fare relazione.
- La trasmissione al piccolo delle grandi possibilità che la relazione offre di produrre altra relazione, altro legame. Altro mondo insomma.
- Il fatto che a fare problema sia l’omosessualità dei due affidatari- giustamente autorizzati dalla legge anche per proteggerli da un possibile sospetto di inclinazione pedofila- evoca ancora sotto sotto il sospetto di poca “normalità” in nome di una normalità di una famiglia che non esiste quasi più dalle nostre parti. Ma ci sono state davvero famiglie “normali”. In caso affermativo Freud si è occupato solo di “anormali”?
- Se fosse stata una coppia di donne ci sarebbe stata la stessa rumorosa attenzione? Non lo credo poiché due donne vengono comunque individuate come naturali “portatrici” di istinto materno.
- Che ne è del desiderio maschile di sperimentare- attraverso la cura diretta di un bambino e non solo in una funzione di supplenza della maternità- la propria infanzia e i fantasmi che i bambini chiamano all’appello negli adulti?
Queste alcune questioni che mi stanno a cuore con una precisazione. Nel caso di Farisa i due sessi sono rappresentati in carne e ossa. Farisa non sperimenta né un mondo di sole donne dove vige un presunto matriarcato né un mondo di soli uomini che evoca l’orda primordiale dei fratelli . E’ la presenza del quartetto rappresentato dai due genitori biologici e dalla coppia di due uomini che costituisce un’indubbia novità. Un germe di nuova famiglia?
Ecco come un grande pensatore, Derrida, vede l’intreccio tra i sessi nel futuro, di cui il caso Farisa è già un’emergenza nell’oggi.
Un rapporto non a-sessuato ma differentemente sessuato, al di là di ogni differenza binaria….al di là dell’opposizione maschile\femminile, al di là della bisessualità, dell’omosessualità e dell’eterosessualità che finiscono per ritornare allo stesso punto….vorrei credere a una molteplicità di voci sessualmente determinate…che si intersecano le une con le altre, a questo moto di indici sessuali non identificati la cui coreografia può trascinare con sé il corpo di ogni “individuo”, attraversarlo, dividerlo, moltiplicarlo non importa se classificato come uomo o come donna, a seconda dei criteri in uso. (Derrida).