Alexandra Billinghurst, Vice Presidente dell’International Psychoanalytic Assocciation (IPA), è stata intervistata dall’IPA Communications in occasione della Giornata Internazionale delle Donne (IWD) 2017, che ha lanciato come tema della campagna di mobilitazione per quest’anno l’hashtag #BeBoldForChange.
1) Alexandra, se tu potessi viaggiare nel tempo e rivolgerti alla te stessa di quando avevi sedici anni, cosa le racconteresti sui cambiamenti nella condizione femminile nella società e nell’ambito professionale che hai scelto?
A quell’età ero estremista, e penso che la sedicenne di allora sarebbe delusa nello scoprire quanto c’è ancora da fare per impegnarsi nelle sfide con cui si confrontano le donne e coloro che hanno meno potere nella società. Quella me stessa sarebbe anche sorpresa della professione che ho scelto, e dunque vorrei spiegarle in che modo il mio percorso di vita si colleghi a quel mio sé radicale.
Freud può essere considerato come un uomo del suo tempo, la cui visione della donna era definita in conformità alle norme sociali dell’epoca e attraverso la lente del potere maschile, benchè anche lui arrvò a riconoscere di npn riuscire a capire cosa volessero le donne.
Tuttavia, se facciamo un confronto con le altre professioni, sin dagli albori della psicoanalisi si può constatare che in questo settore le donne ebbero la possibilità e furono davvero in grado di influenzare la direzione del sapere e della pratica. Queste pioniere hanno profondamente segnato il campo della salute mentale e dello sviluppo infantile.
Ancora oggi, rimane una professione che cresce e si evolve confrontandosi con le questioni più pressanti che interrogano la società.
Per me la Giornata Internazionale delle Donne, nel sostenere i diritti delle donne, si schiera anche per i diritti umani in senso più ampio.
La psicoanalisi, a mio avviso, è qualcosa che ha a che fare con i diritti umani livello profondo, e per questa ragione io facendo l’analista e l’insegnante sto realizzando il proposito del mio sé sedicenne di impegnarsi a lavorare nell’avanguardia del cambiamento sociale.
2) Ci puoi dire qualcosa di più a questo proposito? Intendi dire che la Psicoanalisi è una forza rivoluzionaria? Questo è certamente importante per il tema di quest’anno #BeBoldForChange.
Sin dall’inizio, con il suo focus sull’inconscio, la Psicoanalisi ha rappresentato un modo rivoluzionario, e per alcuni disturbante, di guardare alle forze che muovono gli individui, i gruppi e le società. Sia che il contatto con l’analisi avvenga individualmente, o in un setting organizzazionale o gruppale, il confronto con ciò che sta sotto la superficie- privo di parole, ignoto- è profondamente liberatorio, e apre a possibilità di cambiamento a tutti i livelli. Ci vuole coraggio o audacia per lavorare con ciò che viene fuori, per vedere cosa ha dato forma alle norme e dunque sentirsi liberi di modificarle. Questo è oggi assai rilevante, laddove molti movimenti in tutto il mondo sembrano essere stretti nella morsa della “paura dell’altro” .
3) Si sente dire che la Psicoanalisi sta godendo di una rinascita: per quale motivo pensi stia accadendo?
Ritengo che siamo arrivati ad un punto in cui le persone cercano soluzioni a malesseri profondamente radicati e i trattamenti che promettono soluzioni rapide e veloci non hanno risposto al bisogno di efficacia. La psicoanalisi si schiera per la speranza che la trasformazione e il cambiamento sono possibili.
( Trad. a cura di M.G. Vassallo)
Link al testo inglese: https://www.ipa.world/IPA/en/iwd2017.aspx?WebsiteKey=85b594db-b201-4cac-80b7-990cca800cb5