Cultura e Società

“Eredità” di J. Fux. Recensione di L. Trabucco

16/03/23
"Eredità" di J. Fux. Recensione di L. Trabucco 1

Eredità

di Jacques Fux (Giuntina editore, 2023)

Recensione di Luca Trabucco

Parole chiave: #perturbante, nazismo, paradosso

Il perturbante potrebbe essere inteso come presenza ineluttabile nella nostra esperienza del caos, dello sconosciuto, dell’estraneo, e della sua correlazione percettiva come esperienza di angoscia, inquietudine, frustrazione. Bion sottolinea come la tolleranza alla frustrazione sia il fattore determinante perché da questo insieme si possa progredire verso il pensiero, o, al contrario, regredire verso l’azione. Paulo C. Sandler (2003, 2022, 2023) ripropone questo come necessità di tollerare il paradosso. La regressione verso l’azione, funzionando secondo il principio di piacere/dispiacere piuttosto che secondo il principio di realtà (Freud, 1911), quindi con un’attività mentale dominata dall’onnipotenza, dall’allucinazione, dalla scissione, ha effetti diversi tanto a livello individuale che gruppale. In quest’ultimo caso gli effetti possono chiamarsi razzismo, fascismo, comunismo, nazismo…

Questo libro di Jacques Fux, un autore brasiliano ma di fatto cosmopolita, laureato in matematica e informatica, che ha conseguito un dottorato in Letteratura contemporanea all’Università di Minas Gerais, e uno in lingua e letteratura francese all’Università di Lilles, si propone come esempio di transdisciplinarità.

Ho iniziato parlando di Perturbante in quanto il libro si articola sull’esperienza di una vittima della persecuzione nazista in Polonia. E questo argomento sgomenta, inevitabilmente e ogni volta in modo “assoluto”.

Questo libro è ancor più perturbante, in quanto ci parla non solo dell’esperienza di Sara K., ragazzina di 13 anni che vede l’albore della sua vitalità mortificata dalla nube orribile dell’invasione e della persecuzione tedesca, ma anche di quella di Clara K., sua figlia, nata nel 1949 in Brasile, e di Lola K., anch’essa nata in Brasile nel 1984, sua nipote, attraverso 60 pagine di ognuna delle tre, una pagina di diario della nonna, una pagina d’analisi della figlia, una pagina di riflessione della nipote. Una scrittura geniale in cui i tempi diversi sono compressi nella pagina in una contemporaneità, che va ad esprimere la continuità dell’esperienza attraverso e al di là del tempo. Transgenerazionale.

Fux si esprime in modo transdidciplinare in quanto il suo scrivere, senza essere psicoanalista patentato, va a rappresentare intuitivamente aspetti profondi dell’esperienza di un trauma innominabile, traccia emotiva che si propaga, nella sua essenza impalpabile e dirompente, di generazione in generazione, riscontrabile nelle tracce dell’analisi di Clara, o della riflessione, solo apparentemente più “distante”, di Lola. La transgenerazionalità dell’esperienza non elaborata – non elaborabile? – viene percorsa da questo autore con una sapienza spontanea, quella che sorge non da una erudita conoscenza di teorie più o meno suggestive, ma dalla possibilità di tollerare la vicinanza con la Verità dell’esperienza, che non può che portare all’apprensione della realtà così come è, che sia vista da uno psicoanalista o da uno scrittore, o da un lettore.

Così l’esperienza di Sara ci lascia sgomenti di fronte a questo trascorrere veloce dal risvegliarsi della vita, al suo essere soffocata:

“È stato solo un istante, ed è proprio nell’istante che accade l’infinito. Perché pensiamo tanto al futuro e alle promesse se è nell’attimo di una sorpresa, nel lampo di un caso, nell’improvviso stupore di un secondo che la vita accade? Che la vita mostra il suo senso?” (p. 60).

“Credo che ci mettano in guardia sul nostro destino. Se restiamo, moriremo di fame e di malattia. Se decidiamo di partire, sembra che moriremo per mano dei nazisti” (p.76).

Tredici anni, la pubertà, il primo amore, il risveglio della natura, e la sua subitanea, violenta, brutale mortificazione.

Lola, ci lascia questa percezione:

“Noi, nipoti, figli e partecipi del terrore, diciamo solitamente che l’esperienza non è indicibile. È molto peggio: è invivibile. E l’invivibile viene trasmesso attraverso il corpo e il sangue… I sopravvissuti e i loro discendenti rappresentano il loro stesso lascito di distruzione, di perdita e incarnano i traumi inenarrabili imposti dai loro aguzzini” (p. 80-106).

Invivibile, non solo indicibile… Quando dolore psichico e dolore fisico non hanno più una linea di confine, dove la morte psichica e quella mentale coincidono. Di fatto la lettura di questo libro prende attraverso sensazioni fisiche, come un morso alle viscere, una fitta che attraversa il petto. Dove si apprezza fino in fondo che l’idea cartesiana di una scissione sostanziale tra res cogitans e res extensa sia veramente una stupidaggine… E che invece, dall’altra parte, ci fa apprezzare la folgorante chiarificazione contenuta nel concetto di “fantasia inconscia” di Melanie Klein, espressione psichica dell’istinto, mirabile espressione della indissolubile unità di mentale e fisico – un paradosso che richiede “solo” di essere tollerato.

L’essere unicamente entrambe le cose, un tutt’uno col nostro corpo, o con la nostra mente, implica un’unità più ampia, transpersonale, e magari anche sostanziale con la realtà in cui siamo collocati. In questo senso la transdisciplinarità di Fux mi sembra profondamente connessa con la sua formazione, in origine matematica. È un’opportunità che questo autore non si lascia scappare, utilizzando la sua formazione di pensiero per trovare costanti che legano realtà anche tra di loro distanti, apparentemente, nel tempo e nello spazio, essendo familiarizzato con i numeri, quelli irrazionali, con i paradossi, come quello della natura della luce, corpuscolata e ondulatoria; un’opportunità che gli permette di intuire una evidenza naturale, quella che un vissuto viene trasmesso, al di là della condivisione e delle parole, da una generazione all’altra. Un Fatto, con cui noi analisti dovremmo essere familiarizzati, a meno di porci troppe questioni teorico/ideologiche, e quindi liberi di vivere “ingenuamente” l’esperienza della vita, nostra e dei nostri pazienti. Un libro che ci immerge senza via d’uscita nell’esperire.

Freud S. (1911) Osservazioni sopra i due principi dell’accadere psichico, OSF VI

Sandler P.C. (2003) Hegel e Klein. A tolerância do paradoxo, Imago, Rio de Janeiro

Sandler P.C. (2022) Fatti. La psicoanalisi e la tragedia della conoscenza, Alpes, Roma

Sandler P.C. (2023) Formulazione della psicoanalisi. L’apprensione della realtà materiale e psichica, Alpes, Roma (in corso di stampa)

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