La derivazione di stampo cognitivo di questo approccio, legata alle terapie di desensibilizzazione, è chiara; nel testo viene anche accennato ad un possibile legame con l’area psicodinamica ed è sostenuta l’ampia possibilità di applicazione dell’EMDR al di là delle configurazioni psicopatologiche che ne hanno visto inizialmente lo sviluppo (vale a dire la cura delle PTDS: sindromi da stress post-traumatiche), sia in contesti di trattamento breve, che in contesti di ampia durata (long-term psychoterapy). Il filmato conduce lo spettatore a seguire una serie di momenti focali delle sedute di EMDR basate sulla tecnica specifica dei movimenti oculari – ma, come è noto, vi sono altre possibilità di applicazione del principio di stimolazione bilaterale, come la TFT – Thought Field Therapy, (Terapia del campo di pensiero) -.
Di Francine Shapiro si ricordano Eye Movement Desensitazion and Reprocessing: Basic Principles, Protocols, and Procedures, pubblicato da Guilford Press nel 1995 e, di F. Shapiro e M. Forrest (1997), EMDR (Tr. it. Roma: Astrolabio, 1998). Al momento attuale sembra che alcuni psicoterapeuti, di diversa impostazione teorica (psicoanalitica, cognitiva, comportamentale, sistemica) applichino le sessioni di EMDR in determinate fasi del percorso di cura. A questo proposito si ricorda il recente lavoro dello psicoanalista britannico Phil Mollon, Le terapie energetiche nella prospettiva psicoanalitica. EMDR e psicoanalisi. (Tr. It.: Roma, Astrolabio, 2006. Edizione originale: EMDR and the Energy Therapies. Psychoanalytic Perspectives. London & New York, Karnac, 2004).