Giulio Cesare Soavi
Ricordo di Giulio Cesare Soavi
(1923-2021)
A cura di Claudio Neri
Giulio Cesare Soavi è morto nell’inverno di quest’anno; avrebbe compiuto novantotto anni a marzo.
Un’immagine può trasmettere qualcosa di essenziale di come egli era; e non soltanto negli ultimi mesi.
Tolstoj racconta in Guerra e pace del principe Andrej ferito nella battaglia di Austerlitz; sono i brevi istanti, quando si è stati colpiti ma non si avverte ancora il dolore: “Riaprì gli occhi … Sul suo capo non c’era più nulla, tranne che il cielo: un cielo alto, non limpido, ma tuttavia immensamente alto, con un silenzioso scivolare di nuvole grigie. «Che silenzio, che pace, e che solennità! In tutt’altro modo da come correvo io – pensò il principe Andrej – da come tutti insieme correvamo, gridavamo e ci battevamo; in tutt’altro modo da come, inferociti e spauriti, [lottavamo gli uni contro gli altri;] in tutt’altro modo scivolano le nuvole per questo cielo alto, sconfinato. Come mai, prima, non m’accorgevo di questo cielo così alto? E come sono felice d’averlo riconosciuto, finalmente! »
Soavi sapeva vedere il cielo, al di là del frastuono, nel cicaleccio della conversazione, nel racconto in analisi di minute vicende e di mille ripetuti conflitti personali.
12 febbraio 2021
Claudio Neri