Cultura e Società

In ricordo di Dino Lanzara A cura di F. De Masi

24/11/20
Dino Lanzara

Dino Lanzara

IN RICORDO DI DINO LANZARA

Ho conosciuto Dino Lanzara nella Clinica Psichiatrica di Milano diretta dal prof. Lorenzo Cazzullo. Eravamo entrambi specializzandi in psichiatria. L’insegnamento della psichiatria nella Clinica Universitaria era polivalente, ma la psicoanalisi era ben rappresentata. Ci siamo nutriti, insieme ad altri colleghi, del pensiero psicoanalitico ben rappresentato  dalle voci di Piero Leonardi, Dario De Martis, Franco Fornari e Mauro Morra.  Una volta specializzati, abbiamo abbandonato la Clinica e siamo andati entrambi  a lavorare all’Ospedale “ Ugo Cerletti” di Parabiago che al tempo era un cronicario femminile. Il progetto dell’Amministrazione Provinciale di Milano era quello di farne un ospedale territoriale di settore sotto la guida del prof. Giorgio Marinato e la consulenza psicoanalitica del prof. Leonardi. Abbiamo lavorato per molti anni duramente e con passione, insieme ad altri colleghi ben motivati, per rendere aperto l’ospedale e umanizzare i pazienti (si trattava nella maggior parte di pazienti psicotici cronici).   Successivamente  abbiamo creato su base settoriale i presidi  ambulatoriali per la terapia e la prevenzione. L’Ospedale Cerletti è stato forse il primo, dopo quello di Basaglia, a chiudere   e a realizzare la riforma psichiatrica.

In quel periodo entrambi avevamo completato il nostro training analitico e cominciavamo ad avere i primi casi in analisi. Quelli  per noi sono stati anni straordinari. Avevamo un grandissimo desiderio di apprendere e di lavorare come analisti. Si stava formando una generazione di giovani analisti, presenti in tutti i Centri della SPI,  che desideravano imparare e aprirsi alle nuove idee, superando l’isolamento in cui la psicoanalisi italiana era rimasta confinata. Erano gli anni che coincidevano con il grande  sviluppo analitico portato avanti principalmente al gruppo inglese kleiniano.

Abbiamo invitato tutti gli analisti più creativi da Hanna Segal a Herbert Rosenfeld, a Donald Meltzer, Eric Brenman, Betty Joseph, Irma Pick, sino a Wilfred Bion (a Roma).

La cosa singolare è che, sotto la benevola tolleranza degli analisti più anziani, erano i giovani appena associati che facevano gli inviti e provvedevano ad organizzare i seminari.

Dino Lanzara è stato un protagonista attivo di questo periodo di rinnovamento. Ricordo che fu lui a farmi conoscere Eric Brenman e Irma Pick.  Per anni organizzammo insieme i seminari di entrambi, da cui ha preso forma un libro a cura del Centro Milanese dedicato al lavoro di Brenman, edito anche da Karnac in inglese.

A questo punto il nostro cammino professionale ha preso strade differenti. Io  mi dedicai interamente al lavoro psicoanalitico mentre Dino,  più interessato al lavoro istituzionale, proseguì e si trasferì con la sua équipe all’Ospedale di Desio diventando poi Direttore del Dipartimento.

Qui Dino ha dato il meglio della sua professionalità. Aveva una grande conoscenza psichiatrica  e portava con sé anni di lavoro istituzionale con i gruppi. Inoltre era un esempio operante di quella cultura psicoanalitica che aiuta a non oggettivizzare il paziente e che favorisce l’identificazione empatica con la sua sofferenza. E’ stato un esempio felice di fecondazione tra cultura psichiatrica e psicoanalitica, un esempio che purtroppo è diventato sempre più raro nella nostra epoca in cui la spinta verso la risoluzione del sintomo e l’efficienza performativa farmacologica rischiano di silenziare  la comprensione del dolore e della sofferenza umana.

In occasione della sua recente scomparsa,  a distanza di molti anni dal suo pensionamento, i suoi allievi e collaboratori lo hanno ricordato e gli hanno  espresso  gratitudine per quanto Dino ha saputo dare  loro. Grazie  a lui e alla sua umanità e competenza il seme della psicoanalisi istituzionale ha trovato una sua realizzazione e non è andato completamente smarrito.

 

Franco De Masi

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