Ricordo di Andreina Robutti
(1938 – 2021)
A cura di Giuseppe Di Chiara
Nel 1985 appare sulla Rivista di Psicoanalisi “Preconcezione edipica e funzione psicoanalitica della mente”. Ne sono autori con me A.Bogani, G.Bravi, Andreina Robutti, M.Viola e M.Zanette. E’ un gruppo di studio che è partito nella sua riflessione dall’affermazione di W.Bion sul rapporto tra la psicoanalisi e l’Edipo. Sostenne il grande psicoanalista inglese che l’Edipo non era stato scoperto dalla psicoanalisi; ma, al contrario, era Edipo che aveva scoperto la psicoanalisi. L’essere umano viene al mondo predisposto per incontrare la triangolazione edipica, che gli darà l’impronta fondamentale dei suoi processi mentali. E le prime battute saranno determinate dall’incontro con l’inconscio dell’altro. Da ciò l’importanza di approfondire le caratteristiche della mente della psicoanalista al lavoro. Fu un incontro tra di noi e con Andreina dei più felici : eravamo entusiasti e contenti di potere insieme cercare, discutere, e alla fine scrivere e pubblicare. Fin da allora Andreina, oltre a mostrarci le sue competenze e la sua dedicazione al lavoro, mostrò la sua grande capacità organizzativa, accompagnata da fermezza e passione.
Il suo interesse per ciò che riguarda la mente dell’analista si incontra con quello, dello stesso tenore, che coltiva Luciana Nissim Momigliano. Le due psicoanaliste sono unite da profonda amicizia e reciproca grande stima. Così le troviamo insieme come curatrici di un volume di saggi sulla relazione analitica, che diverrà un testo di riferimento per il contributo milanese a questo tema. Concorrono alla realizzazione del volume ,oltre a L.Nissim e A.Robutti, curatrici, F.Barale,M.Bezoari, F.De Masi, G.Di Chiara, A.Ferro,R.Gagliardi Guidi, e D.Vallino Macciò. L’esperienza condivisa, edito da Raffaello Cortina, nel 1992, oltre alla qualità dei contenuti, mostra il sapiente lavoro organizzativo fatto da Andreina nella presentazione del volume nella prefazione, nel capitolo introduttivo, e nelle successive introduzioni alle varie sezioni del libro. Ella stessa vi contribuisce con un lavoro sull’ipocondria. Il volume venne pubblicato nello stesso anno in versione inglese da Karnac con il titolo Shared Experience. The Psychoanalytic Dialogue.
Sempre attratta dalla mente dell’analista, Andreina pubblica, nel 1995, insiene a G.Fiorentini, G,Frangini, P.Molone e M.Mori Ubaldini “Dalle regole del Setting all’assetto mentale dell’analista”, su Rivista di Psicoanalisi.
Nel 1992 si era aperta una crisi di particolare gravità nella nostra SPI. Modalità di governance ormai antiquate non funzionavano più. E non riuscirono ad evitare un intervento dell’IPA che inviò una Commissione di controllo, che doveva assistere la società nel trovare adeguati rimedi. Bisognava mettere mano a un nuovo Statuto e a un nuovo Regolamento, che riformassero il funzionamento della formazione, dalla nomina dei didatti alla qualifica degli associati e degli ordinari. Bisognava inoltre formulare un codice deontologico e disporre l’istituzione di una commissione deontologica. Molto lavoro dunque. Alla scadenza dell’Esecutivo in carica, nel 1993, un numeroso gruppo milanese propose il mio nome per la presidenza, prima tra tutti Luciana Nissim e insieme quello di Andreina Robutti, come Segretaria nazionale e Giuseppe Fiorentini come tesoriere. Eletti tutti e tre, siamo in Esecutivo con R. Tagliacozzo e A.Semi, quali vicepresidenti, e membri ex officio P.Leonardi, segretario del Training ed E.Gaburri, segretario scientifico.
La storia di quel periodo è in parte raccontata in Conversazione sulla Psicoanalisi, un volume scritto a quattro mani dallo storico Nestore Pirillo e da me. Furono Cecilia Albarella e Diomira Petrella, direttrici della collana “Lo specchio di Psiche 2” dell’Editore Liguori di Napoli a propormelo e Andreina a insistere perchè accettassi di farlo. Devo anche questo a Lei, insieme ad una collaborazione preziosa e indispensabile per il funzionamento dell’ Esecutivo e di tutte quelle commissioni di lavoro che in quel periodo produssero tutto quello di cui avevamo bisogno, con un concorso entusiasta e compatto di tutti i soci.
Andreina fu impareggiabile Segretaria della Società. Mise a nostra disposizione quelle sue formidabili capacità di componimento ed organizzazione , insieme alla sua passione per il lavoro nei gruppi e nelle istituzioni.
Furono mesi di lavoro intenso, ma fatto felicemente. E diedero splendidi frutti. Dopo di allora la SPI conobbe un significativo sviluppo, riconoscimento internazionale, assegnazione di incarichi istituzionali internazionali ai propri membri, fino alla Presidenza IPA di Stefano Bolognini.
Dobbiamo tutto ciò anche alla persona e al lavoro di Andreina Robutti.
Giuseppe Di Chiara