Il 31 maggio e il primo giugno si è svolto ad Istanbul il convegno internazionale Cowap “Le Omosessualità” .
È stato un convegno molto interessante in cui relatori e discussant si sono confrontati sui temi della costruzione dell’identità e della complessità della scelta d’oggetto sessuale in modo franco e aperto, senza evitare l’espressione chiara di posizioni differenti in nome del bon-ton.
È anche stata un’occasione per partecipare emotivamente all’inizio della repressione da parte della polizia della protesta democratica della popolazione turca alla crescente repressione dei diritti civili.
Le parole introduttive di Elda Abrevaya, rappresentante Cowap per la Turchia hanno messo in luce la scelta del titolo del convegno “Le Omosessualità” come segnale della ricchezza del tema. Elda ha ricordato le parole di Freud nei Tre Saggi e nel Caso clinico di omosessualità femminile sottolineandone lo spirito indagativo e aperto.
Donald Campbell ci ha poi offerto una relazione clinica ricca e generosa presentando il caso di un giovane uomo che si dichiara omosessuale e che, anche attraverso l’analisi dei sentimenti transferali amorosi, si avvicina alla comprensione emotiva della dinamica edipica e preedipica che ha determinato la costruzione della propria identità. L’approfondita discussione del suo lavoro da parte di Gila Ofer, psicoanalista israeliana, ha sottolineato diversi punti che hanno arricchito ma anche criticato la lettura sulla costruzione dell’identità sessuale offerta da Campbell. In particolare è stata da lei segnalata la questione della relazione analitica non solo come ricerca di un oggetto di amore di transfert quanto di un oggetto di identificazione. La Ofer, ricordando come l’erotizzazione sia una difesa dal dolore dell’assenza di relazioni, ha parlato di processi di identificazione omoerotica come funzionali alla costruzione dell’identità sessuale.
Jacques André ha proposto un lavoro che ha incrociato antropologia e psicoanalisi: gli ha fatto da contrappunto Giovanna Ambrosio che, centrando la sua attenzione sulla clinica, ha sottolineato le differenze tra sessualità e sensualità in riferimento alla costruzione dell’identità sessuale e alla scelta d’oggetto.
Per finire, Monique Cornu e Juan Eduardo Tesone hanno discusso di omosessualità e adolescenza in un lavoro dal titolo “L’identico e l’altro”
Il clima del convegno ha espresso un rapporto con la psicoanalisi del tutto poco confessionale: questo aspetto prezioso esprime un interesse connesso con lo sviluppo sociale e civile. Dalla psicoanalisi ci si aspetta una capacità di offrire vertici di osservazione nuovi, che consentano una nuova rappresentatività delle strutture individuali e sociali, con l’obiettivo di comprendere per cambiare.
Purtroppo il convegno non si è potuto svolgere completamente: il pomeriggio del sabato, dedicato ai gruppi di discussione clinica molto importanti soprattutto per le psicoanaliste turche che portavano il materiale clinico, non ha avuto luogo.
I partecipanti che alloggiavano nella zona di Taksim, teatro degli scontri, erano stati evacuati dai loro alberghi già la notte precedente, malgrado ciò gli organizzatori avevano cercato di mantenere il programma stabilito, ma la preoccupazione che la polizia facesse irruzione nell’università era molto alta. A fine mattinata siamo stati fatti evacuare verso zone della città più tranquille. Tutto è accaduto con molta calma, gli organizzatori hanno manifestato una particolare eleganza e sangue freddo nel dirigere gli spostamenti.
In questo pomeriggio si sono mescolati sentimenti di delusione per il lavoro che non si è potuto svolgere e di solidarietà per la crescita di un movimento di opposizione all’ integralismo montante del governo turco che ha coinvolto tutti.
Durante il convegno è stato proiettato e commentato il bel film del regista turco, che vive in Germania, Fatik Akin, dal titolo originale “Auf der anderen Seite”, letteralmente “Dall’altra parte”, apparso in Italia con il titolo “Ai confini del paradiso”.
Un film di intensa bellezza, straziante eppure ricco di speranza nel futuro, in cui i temi dell’identità e dell’alterità, dell’inevitabilità del cercare l’altro per poter trovare se stessi, si intrecciano in diverse rappresentazioni: l’amore omosessuale, la differenza fra le generazioni, la differenza tra le culture, la differenza di storie e appartenenze.
Possiamo trovare noi stessi solo se ci rapportiamo con “L’atra parte”, l’alterità può essere trovata nell’omosessualità come nell’eterosessualitá, così come la negazione dell’alterità può essere presente nella scelta dell’oggetto omo o eterosessuale.
Il convegno di Istanbul mi è parso la vivente dimostrazione della fatica e della complessità della costruzione di un paradigma nel quale il riconoscimento dell’alterità sia a fondamento di una costruzione di sè improntata alla tolleranza e al rispetto delle differenze.
14 giugno 2013