Cultura e Società

In ricordo di Andrea Seganti di A.Falci

16/01/24
In ricordo di Andrea Seganti di A.Falci

In ricordo di Andrea Seganti

di A.Falci

Ho conosciuto Andrea intorno a metà degli anni ’70, quando partecipavamo alla stagione dei gruppi esperienziali di ispirazione bioniana avviati da Corrao a Roma (gruppo del Pollaiolo) e a Palermo. Ci siamo ritrovati, subito dopo, nel training psicoanalitico SPI, nella sede, allora, di via Salaria a Roma. Ho già ricordato l’entusiasmante clima formativo di quel periodo. Della ‘generazione’ di Andrea, un paio di anni avanti a me, ricordo Cono Barnà, Basilio Bonfiglio, Antonello Correale, Ernesto Bollea, Nino Dazzi, Tonia Cancrini, Maria Adelaide Lupinacci; Claudio Neri e Fernando Riolo credo fossero appena associati. E tra i didatti vi erano Paolo Perrotti, Princivalle, Bordi, Tagliacozzo (suo analista di training), Matte Blanco, Soavi, Pallier, Corrao, Lussana, Corti. 

Andrea Seganti nasce a Roma nel 1946, il padre medico pediatra aveva diretto per anni la clinica pediatrica ‘La Scarpetta’. Laurea in Medicina e quindi specializzazione in psichiatria. Come psicoanalista SPI, ha fatto parte del Centro Romano ed è stato per anni analista didatta. Alcuni delicati motivi di salute gli avevano impedito, negli ultimi anni, la partecipazione alle attività societarie; motivo per cui, conseguentemente, con grande senso di responsabilità etica e deontologica, aveva preferito rinunciare alle sue funzioni di analista di training.

 Quando, nel corso degli anni, Andrea cominciò ad interessarsi ad un campo scientifico più ampio, allora ritenuto estraneo alla cultura tradizionale della psicoanalisi — i procedimenti di verifica dell’efficacia terapeutica, la ricerca empirica nella costruzione di un metodo per la valutazione di testi di sedute secondo un modello squisitamente relazionale (Prototype and Variation Method), le nuove teorizzazioni sugli affetti, i rapporti tra psicoanalisi e scienze cognitive, e tra psicoanalisi e teoria dell’attaccamento, la rivalutazione dei funzionamenti del corpo biologico nei suoi rapporti con la mente — queste nuove direzioni di ricerca produssero da un lato forti resistenze nell’ambito della comunità psicoanalitica, ma riuscirono, dall’altro, anche a lasciare il segno di una svolta sul piano di un approccio più modernamente scientifico della psicoanalisi e di una innovativa teorizzazione sul piano della teoria clinica.

Vanno ricordati i due libri di Andrea Seganti: La Memoria Sensoriale delle Relazioni, Boringhieri 1995; Teoria della Mine Vaganti, Armando 2009. Vi era anche in preparazione un libro dal titolo: La nostra drammatica incapacità di comprensione del significato delle malattie mentali. Come provare a capirci qualcosa.

Riguardo al legame tra psicoanalisi e modelli dell’attaccamento, Andrea aveva avuto contatti e collaborazioni con il gruppo di Fonagy a Londra [Seganti, Carnevale, Mucelli, Solano, Target, (2000), From Sixty-Two Interviews On ‘The Worst And The Best Episode Of Your Life’: Relationships Between Internal Working Models And A Grammatical Scale Of Subject-Object Affective Connections. International Journal of Psychoanalysis 81:529-551].   

Vanno ricordati i suoi lavori nella ‘Rivista di Psicoanalisi’ sulle teorie degli affetti (1989), sull’integrazione dei vari sentimenti del sé (1989), sui sentimenti di colpa (1991, 1995), sull’attaccamento sicuro (1995, 1998). Ma va, soprattutto, ricordata l’importante intervista a Wilma Bucci [Seganti A. (2000), Wilma Bucci: intervista sull’Inconscio. Rivista di Psicoanalisi 46:5-17] i cui per la prima volta veniva introdotta in Italia la teoria dei codici multipli nei suoi rapporti con la psicoanalisi.

Per qualche anno ha tenuto un insegnamento a contratto presso l’Università di Torino, in collaborazione con Franco Borgogno.

Raffaella Tancredi ha ricordato il suo pensiero critico ed autentico nella presentazione di suo lavoro sul trauma in occasione di un convegno nel 2012, del CPF — “Silenzio umano. Silenzio disumano” — in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna.

Andrea Seganti era ancora in piena attività ed stava curando  alcuni progetti di ricerca.

Come ha efficacemente scritto nel suo ricordo personale Luigi Solano: “Il suo pensiero aveva caratteristiche sempre di freschezza, originalità, anticonformismo. Anche chi non era del tutto d’accordo, era stimolato a pensare lungo vie nuove. Come persona era simile al suo pensiero, autentico fino a risultare a volte brusco, ma anche caldo e affettuoso.”

Ho già scritto in occasione della sua scomparsa, non solo perché fossimo soltanto amici a distanza, e legati, credo, da reciproca stima e affetto, ma perché credo di avere un debito di  riconoscimento — forse accomunato con coloro che lo hanno apprezzato e seguito nelle sue ricerche — in quanto è stata una delle prime persone, oltre Bordi, ad avermi aperto lo sguardo, nella stessa psicoanalisi, su scenari intellettuali, scientifici e di ricerca anche più ampi, e che tuttavia sono ancora velati dagli stessi tendaggi della psicoanalisi.

Andrea Seganti è morto il 7 gennaio di questo nuovo anno, al mattino.

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