Con dolore vi comunico la morte di Giovanni Hautmann, una delle figure più rappresentative della Società Psicoanalitica Italiana di cui è stato presidente dal 1986 al 1990.
Nasce nel 1927 a Firenze, da famiglia giunta in Italia dalla Baviera a metà dell’ottocento. Si laurea in medicina ed entra a far parte fin dal 1963 della Società Psicoanalitica Italiana, di cui diventa rapidamente didatta . Fonda nel 1974 il Centro Psicoanalitico di Firenze insieme a Stefania Manfredi Turillazzi, Arrigo Bigi, Giordano Fossi, Franco Mori .
Hautmann è molto noto, non solo per i suoi contributi scientifici lucidi e profondi, molti dei quali pubblicati nella Rivista di Psicoanalis , ma anche per la sua attività clinica e di supervisione in diversi ambiti istituzionali , da quelli universitari a quelli territoriali . Particolarmente significativi i seminari analitici di gruppo dai quali , grazie al lavoro di raccolta di Antonino Brignone , è stato tratto un libro “I seminari analitici di gruppo di Giovanni Hautmann” (ETS, 1999).
I suoi scritti sono pubblicati nei volumi: Il mio debito con Bion (Borla, 1999), La psicoanalisi tra arte e biologia (Borla 1999), Funzione analitica e Mente primitiva (ETS, 2002).
Psicoanalista lucido, aperto e coraggioso, ha sempre mantenuto un solido impianto bioniano e una coerenza scientifica rigorosa. Formatosi nel crogiolo di idee che caratterizzava la psicoanalisi italiana degli anni 50/60, si fece molto influenzare dalla psicoanalisi inglese e mantenne sempre, per come io lo ricordo, un’attitudine aperta al nuovo e alla ricerca.
Nessuno dei suoi lavori è mai stato banale. Molto nota la sua suggestione che “il primo costituirsi della pellicola di pensiero sia l’espressione del formarsi del Sè” che egli situa nel periodo fetale, perinatale e neonatale e che è la base della mente primitiva. L’uso felice del termine ‘pellicola’, che in un primo tempo , per ammissione dello stesso Hautmann evoca il concetto di pelle, lo rimanda all’idea della pellicola fotografica . Questa immagine diventa molto efficace per “indicare l’aspetto iconico del primo livello di trasformazione simbolica “. Secondo Hautmann la pellicola di pensiero, il primo abbozzo del Sè, si forma da proto-emozioni, ma centrale in questo, l’apporto della sensorialità acustica, tattile, propriocettiva, olfattiva, etc.. La bellezza e la visione della bellezza diventa quindi uno degli organizzatori inconsci della pellicola del pensiero, forse influenzato dal pensiero di Meltzer e Martha Harris con cui aveva condiviso la conduzione dei seminari tenuti per circa 20 anni alla Stella Maris di Pisa.
Significativi infine ed originali i suoi lavori sui gruppi e sulla gruppalità inconscia della mente, che egli ha fatto vivere anche nella formazione di generazioni di analisti, per non parlare del suo lavoro nella psicoanalisi dei bambini e degli adolescenti.
La psicoanalisi italiana è grata a Giovanni Hautmann per la generosità e il rigore del suo pensiero , del suo lavoro clinico e la ricchezza del suo insegnamento.
Abbiamo perso un protagonista della Psicoanalisi Italiana , ma come avviene con tutti i grandi maestri, rimarrà ancora per molto tempo con noi .
A tutta la sua famiglia e al nostro collega Gregorio, siamo vicini con grande affetto.
Anna Nicolò
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