Cultura e Società

Diario da Istambul, giugno 2013

20/06/13

Deniz Ozdogan

ataturk1Come alberi nella piazza perché il mondo giudichi.
Lnedì sera un Uomo si è fermato a guardare.
Verso le 18, un Uomo, Erdem Gündüz, si è messo in piedi, immobile, in mezzo a piazza Taksim, con lo sguardo rivolto al Centro Culturale Atatürk, ora chiuso, su cui sono appese le due enormi bandiere turche e il ritratto di Atatürk.
È rimasto fermo così quasi per sette ore.
La notizia è esplosa nella rete. Sono arrivati altri uomini e altre donne in piazza. Poi la gente in ogni dove, da Smirne a Londra, ha cominciato a “fermarsi”.
Nel Palazzo di Giustizia ad Ankara gli avvocati, i deputati nel Parlamento… Perché ieri sera un Uomo si è fermato a guardare.
L’Uomo dopo tutti questi tempi di urla, canti, slogan, spari e morti, dopo tutto quello che in questi giorni è stato detto, ha taciuto.
È rimasto fermo e zitto.
Fermo e zitto come un albero, dritto e paziente, che cresce, che guarda, che respira e fa respirare.
Fermo e zitto come un seme, che dentro di sé ha già tutto, che è figlio di questi giorni ed è speranza per domani.
E nel suo silenzio e nella sua immobilità, l’Uomo ha ricordato.
L’Uomo si è fatto poesia e ha costretto lo spettatore a giudicare da solo.

 

Deniz Ozdogan è un’attrice teatrale turca naturalizzata italiana. Vive a Roma

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