“Saggi sul Puer” di James Hillman. Recensione di D. D’Alessandro
James Hillman e i libri che soffiano dove vogliono
di Davide D’Alessandro
Che bello ritrovare “Saggi sul Puer”, di James Hillman, nel 2021, nella Collana “Temi” di Raffaello Cortina! Ci sono libri che resistono all’usura del tempo, libri che hanno bisogno di essere riproposti, magari in una nuova veste, libri che dicono di un autore più di ogni suo libro. Si può aver letto tutto di Hillman, ma questa è la sua perla. Discussa, avversata, amata, ma è la sua perla.
Scrive nella prefazione: “Questo libro si rivolge soprattutto a coloro che si sentono inevitabilmente complici della sua intenzione di liberare l’ispirazione del Puer come è descritta nei capitoli seguenti dalla condanna di disordine nevrotico derivato dal complesso materno. Ovviamente, nella prospettiva archetipica della grande madre, ogni grazia e ogni visione non rappresentano altro che il gioco gratuito del bambino di divertire la madre e distrarla dai fardelli materiali dello scorrere quotidiano della vita quale lei la concepisce, e così lo spirito del Puer risulta come una fuga dalla realtà”.
Toccante il ringraziamento a Bianca Garufi, “che per dieci anni ha fedelmente e incessantemente collaborato con me, pensiero dopo pensiero, pagina dopo pagina, nel tentativo di trasmettere, attraverso l’intelligenza delle immagini, le mie idee in un’altra cultura”. Era il 1988. Ritrovo quelle pagine che mi emozionarono allora e mi emozionano oggi, che riflettono per intero le capacità di scrittura e le intuizioni psicologiche di uno dei più grandi psicoanalisti del nostro tempo. Il 27 ottobre saranno dieci anni dalla sua morte, ma queste pagine non muoiono. Se riaprite le ferite del Puer e la cicatrice di Ulisse, se comprendete il senso dello zoppicare, del sanguinare, del perdere e contenere, cogliete appieno il senso profondo della psiche, le sue radici archetipiche e le figure mitiche che ci precedono e ci segnano.
Spiega Hillman: “L’eroe e il Puer sembrano dover fare da soli (a differenza di Dioniso, che talvolta è lo straniero solitario, ma che generalmente è attorniato da una folla). Sì, questa caratteristica mostra qualcosa di efferato, di psicopatico, di schizoide; tuttavia, se essa è un attributo senex all’interno della figura del Puer, il tentativo di socializzare un giovane uomo che sta seguendo un modello puer viola lo stile della sua individuazione e l’integrazione della componente senex. Lasciamolo solo, dice lo stile stesso. La spinta socializzante è ancora quella della madre, mentre lo spirito soffia a raffiche, libero, dove vuole e spesso dove nessun altro può andare”.
Anche certi libri soffiano a raffiche, liberi, dove vogliono. “Saggi sul Puer” è uno di questi.