Diana Norsa
Il terapeuta Giovanni Mari è qui alle prese con una coppia in crisi. Pietro e Lea aspettano un bambino. Lea dice di voler abortire, mentre Pietro vuole tenere il bambino: le posizioni tendono a radicalizzarsi. Emergono sospetti, reticenze, dubbi che investono il legame di coppia. E il terapeuta che cerca di lavorare sul conflitto è attaccato: non c’è tempo per riflettere, bisogna decidere e agire! Ma il paradosso è evidente: se la coppia non riesce ad affrontare il conflitto al suo interno è impossibile prendere una decisione. Il punto focale della seduta avviene quando il terapeuta è caricato in prima persona della responsabilità della situazione, che lo porterà ad un intervento che ha più il carattere di un “agito” che di un aiuto alla comprensione: “Penso che dovete abortire” sentenzia, ottenendo un primo effetto dirompente: la coppia è sconcertata, ora al centro della dinamica c’è lui, colpevole di aver “ammazzato” il bambino. “Mi avete puntato una pistola alla tempia”, dirà poi il terapeuta, interpretando il modo in cui ciascuno forza nell’altro il suo malessere addossandogli la colpa.
Se già non è facile rendere la complessità di un trattamento psicoterapeutico individuale, ancora più difficile è mostrare, senza banalizzare, le dinamiche che si vengono a creare quando il paziente è una coppia. Complimenti agli sceneggiatori che hanno saputo rendere la drammaticità delle emozioni, il repentino cambio di umori, di argomenti, di ritmo nella comunicazione.
Il messaggio che passa in questo episodio è che la sofferenza diventa talmente concreta da essere scaricata nelle relazioni: non più un conflitto interiore ma un gioco inconsapevole che induce risposte estreme. Con il suo intervento paradossale il terapeuta ha messo in essere nell’hic et nunc della seduta il dramma della coppia. La persona del terapeuta è diventato il terzo che si assume, per conto della coppia, la responsabilità del dramma.
Molti possono essere gli stili interpretativi e diversi i modelli teorici di riferimento, ma il pregio di questa episodio sta nel mostrare la forza delle dinamiche psichiche quando in campo c’è una coppia con le sue complicità e i suoi segreti; il terapeuta allora deve affrontare più transfert, di ciascun paziente individualmente ma anche il transfert della coppia come entità psichica a sè. Chissà se nella prossima puntata vedremo che Pietro e Lea, avendo sperimentato attraverso un “altro da sé” il dramma che stanno vivendo, riusciranno nuovamente ad essere coppia e a prendere una decisione comune!
6 aprile 2013