Phyllida Lloyd, Gran Bretagna, 2012, 105 min.
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Giudizio: 4/5
Genere: biografico
Recensione: A dispetto di critiche piuttosto tiepide (tranne che per la folgorante interpretazione di Meryl Streep), un film delicato e a tratti commuovente sugli attuali giorni di vita dell’anziana Margaret Thatcher, ex primo ministro inglese e oggi alle prese, come ogni essere umano, con le perdite della vecchiaia (l’amato marito, la vita politica), con la lotta contro il decadimento e la demenza, in una sapiente miscellanea di passato e presente, memoria e lutto, che ne danno un ritratto umanamente ricco di sfaccettature, un coté privato che accompagna la vita pubblica con uguale forza e dignità. Un film che non lascia indifferenti, ma tocca il cuore….
Perché andare o meno a vedere il film?: Occasione di ripercorrere un pezzo di recente storia europea (peraltro drammaticamente simile all’oggi), attraverso la biografia di un grande personaggio femminile a cui la regista non dedica tanto uno scavo psicologico profondo quanto un ritratto emotivamente pregnante, non scontato, in cui la Streep sa entrare e far entrare tutti noi con toccante partecipazione. Allo squallore dell’attuale politica, si contrappone qui tutta l’umanità e il sofferto decadere di una di quelle personalità che sembrano oggi scomparse dalla scena pubblica.
Quale’ lo specifico psicoanalitico: Più di uno, a mio avviso, ma soprattutto il maneggiamento della perdita, il doloroso lavoro di lutto di una vita che va a concludersi, e che chiama a raccolta tutti i suoi oggetti a cui è tenacemente ancorata, e che deve lasciar andare. Bellissima uscita di scena del fantasma di Dennis, marito ormai morto da anni e con cui Margaret continua dentro di sè a dialogare, quasi allucinandolo: per non diventare folle, deve lasciarlo andare. E lo stesso per il passato da premier, e infine la vita stessa. Lasciar andare i nostri oggetti perduti, questo lo sbocco di ogni vita, per grande che sia stata….