
Il cinema, arte delle immagini in movimento, condivide con la psicoanalisi un territorio comune di esplorazione dell’animo umano. Come finestra sull’inconscio, il mezzo cinematografico opera attraverso il registro iconico – lo stesso linguaggio dei sogni – permettendoci di accedere a dimensioni profonde della psiche umana.
La magia del cinema risiede nella sua capacità di trasportarci in una dimensione “altra”, sospesa tra realtà e sogno, dove lo spettatore può vivere un’esperienza di immersione totale. In questo spazio protetto, simile al setting analitico, le immagini diventano ponti verso l’inconscio, permettendo l’emergere di contenuti psichici altrimenti inaccessibili.
Il buio della sala cinematografica, come il silenzio della stanza d’analisi, crea quella cornice necessaria affinché creatività e immaginazione possano dispiegarsi liberamente. Attraverso i meccanismi di proiezione e identificazione, lo spettatore non è mai passivo ma partecipa attivamente alla narrazione, vivendo temporaneamente altre vite che risuonano con il proprio mondo interno. Il piacere che deriva dalla visione di un film è intimamente legato alla riscoperta della propria capacità di sentire e di entrare in contatto profondo con se stessi.
Come nel lavoro analitico il racconto di un sogno apre vie di accesso all’inconscio, così la narrazione di un film può diventare strumento prezioso per esplorare il proprio mondo interiore. In questo senso, il cinema, pur non avendo finalità terapeutiche, può fungere da catalizzatore per processi di crescita e consapevolezza personale.
Questa sezione si propone come spazio di dialogo tra cinema e psicoanalisi, dove psicoanalisti e studiosi offrono le proprie riflessioni sui film, esplorando le risonanze che le opere cinematografiche suscitano nell’inconscio collettivo e individuale. L’obiettivo è fornire una chiave di lettura che, attraverso lo sguardo psicoanalitico, permetta di cogliere le molteplici sfumature del linguaggio cinematografico e il suo profondo intreccio con la dimensione psichica.
Ludovica Blandino e Mirella Montemurro