Cultura e Società

Io e te

6/11/12

Dati sul film: regia di Bernardo Bertolucci, Italia, 2012, 97 min. 

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Giudizio: 5/5 ***** 

Genere: drammatico 

Trama: Lorenzo, quattordicenne introverso che vive con difficoltà i rapporti con i suoi genitori e i compagni, decide di prendersi una vacanza chiudendosi in cantina, mentre tutti credono che lui sia partito per la settimana bianca. Per un’intera settimana lascerà fuori dalla porta tutti i conflitti e le pressioni perché diventi un adolescente normale. Decide di vivere qualche giorno in completo isolamento, con la sola compagnia di libri horror, lattine di coca-cola, scatolette di tonno e un formicaio da guardare al posto della TV. L’imprevisto però è letteralmente alla porta. Olivia, la sorellastra quasi sconosciuta, con grossi problemi di tossicodipendenza da eroina, piomba nella cantina alla ricerca di alcuni suoi oggetti e irrompe nella vita di Lorenzo rovinando i piani della sua fuga dalla realtà. 

Perché andare a vedere il film: la scrittura filmica (tratta dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti) appare fresca, ariosa, nonostante l’ambientazione claustrofobica (la cantina di un palazzo romano), e soprattutto capace di cogliere i movimenti emotivi di un ragazzino di quattordici anni, di farci  cioè sentire la levità del pensiero di un adolescente. Una levità a tratti insostenibile, naturalmente, come la kunderiana “leggerezza dell’essere”. Bertolucci decide inoltre di chiudere il film aprendo alla speranza verso il futuro, utilizzando anche qui un tono lieve ed evocativo, a differenza del finale, più cupo, del romanzo di Ammaniti.  

La versione dello psicoanalista: La sensibilità e la delicatezza con cui Bertolucci si accosta ancora una volta (dopo “Io ballo da sola”, 1996 e “The Dreamers”, 2003) all’adolescenza come esperienza traumatica e insieme necessaria per accedere al’Ordine Simbolico, rimanda al tema fondamentale dell’”apprendere dall’esperienza” (Bion, 1962), nonché alle difficoltà di questo “apprendimento” in rapporto alle vicissitudini del narcisismo adolescenziale. In questo senso il regista sembra voler suggerire che l’adolescenza sia quel periodo di transizione critica in cui per la prima volta si manifesta la nachtreglichkeit freudiana: una scoperta rivoluzionaria, “copernicana”, e appunto per questo, ancora una volta, traumatica.  “Io e te” affronta inoltre il tema del  “complesso fraterno” in adolescenza con una profondità davvero toccante. La posta in gioco della relazione fraterna è infatti la coesistenza, e una elaborazione “felice” e non eccessivamente conflittuale, sebbene dolorosa, di questa relazione fondativa del Sè, porta a differenziare la propria identità, le proprie fantasie, i propri affetti, da ciò che fa parte della realtà esterna, attraverso il riconoscimento ineludibile dell’alterità. 

Novembre 2012 

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