Cultura e Società

“Banshees of Inisherin” di M. McDonagh. Recensione di G. Riefolo

22/02/23
"Banshees of Inisherin"di M. McDonagh. Recensione di A. Meneghini

Autore: Giuseppe Riefolo

Titolo: “Banshees of Inisherin” (Gli spiriti dell’isola).

Dati sul film: regia di Martin McDonagh; Gran Bretagna, 2022;114 minuti. 

Genere: commedia, drammatico.

Su un’isola remota irlandese due amici di lunga data, Pádraice Colm,si trovano in una situazione di stallo. Colm interrompe improvvisamente la loro amicizia e confessa a Pádriac che lo trova improvvisamente troppo noioso. Pádraic si propone di riparare il rapporto danneggiato con ogni mezzo necessario.

La noia gentile

L’isola è abitata dalla noia che qualcuno cerca di chiamare gentilezza. Ma la gentilezza, dice Colm, è una dimensione che fa morire e “prima di morire vorrei creare qualcosa che poi rimane … come la musica di Mozart. Tu puoi essere gentile con me o con chi vuoi, ma dopo che sei morto nessuno ricorderà che tu sei stato gentile”.  

Il film parla dei processi che devono essere tenuti vivi, altrimenti intorno avanza inevitabilmente la vita a cui, ovviamente, non sei preparato e non riesci ad andare via dall’isola degli spiriti, dei “non morti” (le Banshees, del titolo originale). Colm introduce violentemente il kairos del cambiamento inevitabile e incomprensibile a Pádriac: “Se ti ho fatto qualcosa dimmi che cosa ti ho fatto!”. Colm è disarmato perché non allude a nessuna colpa. Lui cerca di introdurre la ripresa di un processo che nell’isola è violentemente sospeso: “È che non mi vai più a genio”. Il film dice che alcune condizioni non serve vadano rimosse, ma vadano superate. “Le azioni terapeutiche perturbano sistemi complessi” (Hill, 2017, 57). 

Sintonizzazioni?

Gli analisti sanno sempre più che, a questo livello di relazione, il dialogo e la relazione simbolica non riescono a cogliere il registro dove si è incistato il dolore. L’interpretazione viene dopo. Alcuni cambiamenti non sono sollecitati dal conflitto, ma dalla vita che chiede spazio. 

Colm impone un cambiamento che non può essere simbolico (ovvero spiegato), ma può solo essere agito. Lo presenta al suo amico Pádraic. La frattura di quella sintonia oramai collusiva ed asfittica è un momento kairos che però chiede sintonizzazione nella dimensione dell’altro. Dopo faticosi tentativi una prima sintonizzazione accade quando Padraic, esasperato, attacca Colm: “La tua musica fa schifo!”. Purtroppo, Pádraic non impara dalla sua inattesa esperienza viva di rabbia e ritorna gentile. Un altro momento in cui la sintonizzazione sollecitata da Colm trova riscontro è quando Pádraic nel pub si ubriaca e lo insulta. Colm riconosce: “Mi è sembrato diverso… quasi rivedo la mia posizione!”. In altri momenti accadono sintonizzazioni. Forse alla fine quando Pádraic gli distrugge la casa dove pensava morisse definitivamente anche Colm: “Non siamo pari perché tu dovevi bruciare insieme alla casa, ma così non è stato”. Questa volta Colm si sintonizza con Pádraic e, finalmente, possono separarsi: “Grazie di prenderti cura del mio cane”.

Il codice di Inisherin

L’isola ha un codice di relazioni implicite che organizzano in modo rigido la vita fra gli abitanti (e gli animali). Il codice che sostiene queste relazioni è quello concreto. Separarsi, per questo codice, significa “non voglio più parlarti!” e se l’altro non accetta questa comunicazione, allora esso impone che la separazione sia netta, concreta e cruenta: “Ecco cosa ho deciso di fare. Ho delle cesoie a casa mia e d’ora in poi, ogni volta che mi darai fastidio, le userò per tagliarmi un dito a partire da adesso.” 

Purtroppo il registro simbolico non può tollerare questo livello ed è pronto a riportarlo nella relazione collusiva, noiosa e gentile: “Non fa sul serio… sicuramente bleffa!”. Quando accade una rottura di sintonia immediatamente si cerca una radice conflittuale e logica: “Magari ha fatto tutto questo per farti credere in te stesso!”. 

Nello scontro fra registri di comunicazione, gli analisti sanno che non è questione di bluff, ma i registri che adotti sono plurimi e la comunicazione deve comunque passare. Pádraic, non appena si affaccia il conflitto, recupera la gentilezza: “Per quale motivo ora sei qui?”; solo per sfondarti la porta e insultarti!”. Ma dura poco perché, non appena accolto in casa, Pádraic ridiventa noioso e … gentile: “Allora oggi ti aspetto al pub per una birra!”. È triste, ma Pádraic l’aspetterà e Colm, per comunicare ciò che sente urgente, metterà in atto quello che aveva minacciato. Solo Siobhan, la sorella di Pádriac, con fatica riesce a salire su una barca per “un lavoro di bibliotecaria sulla terra ferma”. La barca corre veloce e lei può sorridere e salutare Pádraic che è piantato su uno scoglio lontano. La stessa inquadratura dice che lui non potrà mai seguirla nonostante lei gli abbia trovato un posto sulla “terra ferma” dove potrebbe lavorare.

Nell’ultima scena finalmente i due si separano, ma al centro c’è la figura della strega che segnala e osserva i processi e noi vediamo i due che si allontanano in direzione opposta uscendo dall’inquadratura: “No…Non la finiamo qui! Questo è l’inizio!”. 

Riferimenti bibliografici

Boston Change Process Study Group (2010). Il cambiamento in psicoterapia, Cortina, Milano, 2012.

Bromberg Ph. M. (2006). Destare il sognatore, Cortina, Milano, 2009.

Hill D. (2015). Teoria della regolazione affettiva, Cortina, Milano, 2017.

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