Cultura e Società

“Apocalypse in the tropics” di P. Costa. Recensione di C. Buoncristiani

3/09/24
"Apocalypse in the tropics" di P. Costa. Recensione di C. Buoncristiani

Parole chiave: Massa, democrazia, religione, manipolazione

Autore: Chiara Buoncristiani

Titolo del film: Apocalypse in the tropics – Venezia 2024, Fuori Concorso.

Dati sul film: regia di Petra Costa, Brasile, Usa, Danimarca, 2024, 110’ 

Genere: drammatico

Non molto tempo fa, negli Usa, Trump ha sostenuto di essersi candidato per volere di Dio e che la pallottola che lo ha mancato sia lì a dimostrarlo. Il riferimento a Dio può essere apparso delirante e forse lo è. Ma il punto è che Trump abbia potuto dirlo e che questo enunciato abbia avuto effetti reali, a livello planetario. E’ segno che il mondo stia virando verso la psicosi o dietro questi effetti c’è una logica, molto diversa da quella su cui ci siamo misurati fin qui, e che sta profondamente cambiandone le dinamiche?

Su questa domanda costringe a riflettere Apocalypse in the Tropics, documentario presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 81. Il film indaga la recente storia del Brasile di Bolsonaro, ma di riflesso illumina anche quella che rischia di essere la posizione psichica che mette a rischio l’avvenire delle nostre democrazie: la delusione.

All’inizio del film vediamo la costruzione di Brasilia come incarnazione del luogo ideale, subito tradito dalla dittatura, delle speranze democratiche. Poi l’arrivo di Lula, in un paese dove la disuguaglianza e le condizioni di estrema miseria della popolazione, nonostante un miglioramento, continuavano ad alimentare la disperazione; e finalmente la strabiliante ascesa di influencer della Chiesa evangelica talmente abili a sintonizzati sui bisogni psichici profondi di tanti da trasformarsi in un partito politico, capace di controllare il trenta per cento dell’elettorato brasiliano e di convincerne la maggioranza a votare Bolsonaro. Dunque, sembra dirci la regista Pentra Costa, guardate che cosa succede quando finisce una democrazia e inizia una teocrazia. Costa svolge un vero e proprio lavoro d’inchiesta, oscillando tra riprese delle folle oceaniche, prese come in trance durante i discorsi dei sacerdoti evangelici a quelle delle preghiere durante i lavori parlamentari, dal disastro sanitario durante il Covid, fino alle interviste a moltissimi fedeli in tutti gli strati della popolazione: case altolocate, popolari, piccolo borghesi, fino alle favales.

Dal 2016 ad oggi, la filmmaker ha anche seguito e filmato da vicino i segreti dei più importanti leader politici del Paese: il presidente Lula e l’ex presidente Jair Bolsonaro, mettendo però sempre al centro i più influenti telepredicatori, tra cui Silas Malafaia, capo della chiesa pentecostale Assembleia de Deus Vitoria em Cristo, famosa per le posizioni contro l’omosessualità e contro l’aborto, nonché per la “difesa della prosperità”.

Assistiamo così alla lenta metamorfosi di una democrazia verso la teocrazia. Fino al finale, che ne riprende la forza distruttiva: porte divelte, soglie violate, vetri spaccati, documenti ridotti a fogli disseminati in parlamento, brandelli di mobili e polvere. Questo resta dopo gli assalti al Parlamento da parte dei sostenitori evangelici di Bolsonaro che non accettano la vittoria democratica di Lula: scenario devastante sotto il quale siamo spinti a interrogarci cercando chiavi di lettura. Forse è una questione di economia psichica: la delusione è distruttiva esattamente nella misura in cui ci sarebbe stato assoluto bisogno di un’area dell’illusione ben funzionante al servizio della creatività e della riparazione. Viceversa, la delusione può portare a scommettere su un’illusione ancora più potente perché si avvicina al pensiero magico.

Se non c’è più fiducia nei rappresentanti politici resta la fede in un Dio magico problem-solving che ha i suoi “delegati”. Ne l’Avvenire di un’illusione (Freud, 1927) Freud descrive la religione come un’illusione, ossia “l’incarnazione dei più antichi, forti e profondi desideri del genere umano”. La delusione nei confronti delle democrazie occidentali, come diceva Aldo Moro ” (Moro, Atti Parlamentari, 1978)  “ormai arrugginite” e sempre inefficaci nel garantire parità e benessere ai cittadini, può portare al bisogno di credere che la soluzione sia proprio la teocrazia, come nuova forma di organizzazione in grado di offrire riparo…

D’altra parte, una formula è tanto più magica quanto più salta le connessioni logiche. E’ lo stesso meccanismo che stabilisce il successo dei messaggi sui social e che ha sostituito la verità con la post-verità, concetto che mette tra parentesi l’esame di realtà e lo decentra intorno all’efficacia comunicativa. Proprio in questo senso gli influencer Evangelici usano la religione come strumento di marketing delle folle. Durante il film lo spiega bene Lula: “E’ troppo difficile tollerare di aver perso il lavoro per colpa di una crisi globale che favorisce lo sfruttamento dei più deboli. Soprattutto è impossile capire quale sia la soluzione. E’ facile invece dire: se sei senza lavoro è colpa delle forze sataniche che governano il Paese. Ma se vuoi un lavoro allora prega e vota chi è stato scelto da Dio”.

Lo cinepresa di Costa è una lente d’ingrandimento su un momento storico di profonda confusione e disperazione, ma riesce a mantenere lucidità di racconto, intrecciando passato e presente, e immergendo lo spettatore nelle realtà contraddittorie di una democrazia appesa a un filo sottile. “Quando sono entrata nel palazzo del Congresso per il mio film precedente nel 2016, invece di imbattermi in deputati che discutevano di politica, ho trovato un gruppo di evangelici alle prese con benedizioni. Erano determinati a istituire un governo di veri credenti e ad abbattere, una volta per tutte, il muro tra Chiesa e Stato. Poco dopo, abbiamo capito che questo gruppo non era affatto marginale, ma rappresentava una delle forze politiche più forti del Brasile”, spiega Costa (Costa, Biennale 2024). Il rischio è la dittatura della maggioranza: “La democrazia è in crisi non solo perché le istituzioni non ottengono risultati, oppure per il disincanto delle persone, ma anche perché si sta verificando un attacco frontale contro le tutele e i diritti delle minoranze. Secondo questi movimenti, la maggioranza cristiana avrebbe il dovere di imporre la propria volontà su tutti gli altri”.

Riferimenti bibliografici

Moro, A. (1978) Atti Parlamentari, 1978 “Discorso di Moro fece ai gruppi parlamentari della Camera e del Senato, nell’auletta di Montecitorio il 28 febbraio”, Biblioteca Butini.              

“Intervista a Petra Costa” in https://www.labiennale.org/it/cinema/2024/fuori-concorso/apocalypse-tropics .  Biennale, 2024

Freud (1927) L’avvenire di un’illusione, OSF 10, Bollati Boringhieri, Torino, 1992.

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