Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Brescia,con la
collaborazione del Cinema Nuovo Eden e della SOCIETÀ’ PSICOANALITICA ITALIANA
CENTRO MILANESE DI PSICOANALISI CESARE MUSATTI
il gruppo Cinema e Psicoanalisi di Brescia presenta L’Amore e l’Umano
L’amore può condurci all’inferno o al paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo.
È necessario accettarlo, perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.
(Paulo Coelho,1994)
L’iniziativa è aperta a tutti ed ha lo scopo di promuovere tre proiezioni sul tema dell’amore e dell’intreccio di rapporti umani che questo sottende. Attraverso la presentazione di vicende romantiche e passionali, sarà possibile riflettere insieme su come l’amore interagisce con la vita e, a sua volta, sia condizionato dalla storia umana ed affettiva di ognuno. Seguirà alla visione dei film, il commento di uno Psicoanalista e l’eventuale discussione con il pubblico.
Le date ed i titoli previsti sono:
Giovedì, 6 Ottobre 2011, ore 20 e 30: "Two Lovers" – 2008 –
di James Gray, con il commento di Simonetta Diena, Psicoanalista S.P.I. – Milano.
Mercoledì, 12 Ottobre 2011, ore 20 e 30: "Nelle tue mani" – 2007 –
di Peter del Monte, con il commento di Gabriella Giustino, Psicoanalista S.P.I. – Milano.
Mercoledì, 26 Ottobre 2011, ore 20 e 30: "La solitudine dei numeri primi" – 2010 –
di Saverio Costanzo, con il commento di Francesca Codignola, Psicoanalista S.P.I. – Milano.
Biglietto d’ingresso: 5 euro.
Comitato scientifico-organizzativo di Brescia:
Dott. Vincenzo Greco (Coordinatore del Progetto),
Dott. Fabio Benini, Dott. Giovanni Sinico, Dott. Mauro Tassini.
Le proiezioni avranno luogo presso il Cinema Nuovo Eden, Via Nino Bixio 9 – 25122 – Brescia
Per informazioni tel. 030.8379403 fax. 030.8379404
"Two Lovers" – 2008, di James Gray, con il commento di Simonetta Diena, Psicoanalista S.P.I. – Milano.
Brighton Beach, Brooklyn. Leonard, un uomo attraente quanto dal carattere complesso, torna alla casa che gli ha dato i natali dopo aver tentato il suicidio. Mentre si trova sotto lo stesso tetto degli accoglienti genitori, i quali lo aiutano con amore ma faticano a comprenderlo, Leonard conosce due donne in breve tempo. Una è Michelle, una vicina di casa tanto bella quanto misteriosa, la quale cela a sua volta problemi profondi. Ma i genitori cercano di spingere Leonard ad avere una relazione con Sandra, la figlia dell’acquirente della tintoria di famiglia. Inizialmente sulla difensiva, Leonardo scopre in lei una profondità inattesa. Ma la possibile relazione con Sandra finisce per essere ostacolata da Michelle che gli chiede aiuto per risolvere una relazione negativa che la vede legata a un altro uomo. Ora così Michelle sembra essere attratta da Leonard il quale si trova tra due fuochi con il non improbabile rischio di riprecipitare in quello stato d’animo che lo aveva portato a tentare di togliersi la vita. James Gray prende ispirazione da un racconto di Dostoevskij, "Le notti bianche", per descrivere le dinamiche di un sentimento sempre più difficile da portare sullo schermo. Riesce a farlo dimostrando grande sensibilità grazie a una sceneggiatura, scritta con Richard Menello, che analizza con aderenza al reale, le dinamiche amorose. (Commento tratto da MY movies)
"Nelle tue mani" – 2007, di Peter del Monte, con il commento di Gabriella Giustino, Psicoanalista S.P.I. – Milano.
Teo e Mavi si conoscono in un modo strano: lei investe lui con la sua auto; si incontrano casualmente qualche tempo dopo ed iniziano a frequentarsi. Si sposeranno ed avranno una bambina, Caterina. Il lavoro di Teo lo porterà a viaggiare molto, innescando la gelosia e le paure di Mavi, un crinale perverso che porterà lei vicino alla follia e fagociterà il loro rapporto. Dopo il divorzio entrambi appaiono incapaci di portare avanti la propria vita lontani l’uno dall’altro ma, mentre Teo sembra riuscire a raggiungere la tranquillità emotiva e familiare, è diverso il discorso per Mavi, corrotta da turbe mentali che appaiono all’improvviso e che sembrano avere le proprie radici in un equivoco rapporto con il padre. Nelle tue mani scorre lento ed accurato per i 100 minuti di durata della pellicola, lasciandoci con un senso di indefinito o di non perfettamente espresso. Come i palazzi delle città che attraversano, impersonali e irriconoscibili, Teo e Mavi si raccontano e ci raccontano senza ritmo di amore e odio, fratellanza e ripugnanza. (Commento tratto da My movies)
"La solitudine dei numeri primi" – 2010, di Saverio Costanzo, con il commento di Francesca Codignola, Psicoanalista S.P.I. – Milano.
Alice e Mattia. Coetanei a Torino. Bambini le cui coscienze sono attraversate da un trauma profondo che non li abbandonerà mai. Alice e Mattia. Si conoscono. Potrebbero amarsi ma si separano (lui accetta un incarico in Germania e lei si sposa). Potrebbero ritrovarsi se consentissero a se stessi ciò che si sono sempre in qualche modo vietati. Ma Costanzo destruttura la linearità narrativa del romanzo avvertendoci sin dall’inizio (grazie anche alla musica di Mike Patton e a una grafica di forte impatto) che ci troviamo dinanzi ad un noir. Alice, la cui lesione fisica verrà spiegata solo molto più avanti ma che da subito determina il suo rapporto con il mondo e Mattia, che ha un vulnus che lo tormenta nel profondo spingendolo all’autolesionismo. Due corpi che potrebbero fondersi ma che restano murati in una solitudine che si presenta come ineluttabile perché il senso di colpa e il sentirsi fuori posto finiscono con lo spingere a costruire muri in cui si possono aprire solo piccole brecce che sembrano sempre pronte a richiudersi. I flashback inseguono i flashforward perché il dolore non conosce percorsi canonici e gli eventi che hanno segnato una vita non chiedono il permesso per riemergere. Costanzo ricostruisce la sofferenza del vivere di Alice e Mattia quasi fosse il puzzle che quest’ultimo portò alla festa di compleanno di un compagno di classe che costituì l’atroce punto di non ritorno della sua vita. I pezzi di un puzzle si combinano per associazioni che ogni appassionato al gioco individua in modo diverso e finiscono con il determinare solo alla fine una struttura che origina dal caos di una miriade di pezzi. Così come le vite dei due protagonisti. Così come le vite di molti. Numeri primi divisibili solo per uno e per sé stessi in disperata e talvolta contraddittoria ricerca di una possibilità diversa. (Commento tratto da My movies)