- Autore: Rossella Valdrè
- Titolo: Gerontophilia
- Sezione: Giornate degli Autori (Venice days). Presentazione in prima assoluta (10. Edizione delle Giornate degli Autori)
- Dati sul film: Regia e sceneggiatura Bruce La Bruce, Canada-Francia 2013, 90’min
- Giudizio: ****
- Genere: commedia drammatica
- Trama: Lake è un diciottenne dalla vita apparentemente normale: una fidanzatina intelligente amante della letteratura, una madre sola e problematica che si aiuta con l’alcool, e un’evidentissima mancanza paterna (mai nominata, mai esplicitamente cercata). Vive però un suo ‘problema’ che si palesa in pieno quando va a lavorare in una casa di riposo per vecchi, luogo che disgusta tutti e dove gli ospiti si trascinano stancamente verso la morte; ma per lui non è così. Lake ama i vecchi, li cerca, li corteggia: non solo eroticamente, ma ne condivide i pensieri, i ricordi, ne comprende i sogni, i bisogni. Dall’incontro con Melvin, ospite ottantunenne non privo di un suo fascino, reduce da una vita che si intuisce essere stata turbolenta e intelligente, nasce una breve, tenera, particolarissima storia d’amore. Melvin ha il sogno di rivedere l’oceano pacifico e Lake, mappe del Canada alla mano, lo sottrae all’ospizio e inizia con lui il melanconico e insieme divertente road trip che porterà l’anziano a morire felice, a morire vivo, nel letto di un motel, accanto al giovane che lo ha riconsegnato alla dignità del vivere e al recupero della propria identità. A Lake spetta un delicato, ma che immaginiamo fertile, percorso di lutto…
- Andare o non andare a vederlo?: certamente sì. Originale, in bilico tra la commedia (si sorride spesso) e il tragico della vita (la morte, la perdita, la differenza), Gerontophilia non lasci ingannare, a mio avviso, dall’evocazione alla categoria psichiatrica del titolo: non c’entra nulla. La sessualità, che pure è il fil rouge che percorre il film e che attinge alla storia stilistica e personale del regista (ambienti gay, la facile eccitazione di Lake..) è qui strumento della vera rottura che La Bruce compie sdoganando il grande tabù contemporaneo: il corpo vecchio. E’ la fidanzata a intuire la vera diversità del ragazzo, definendolo ‘rivoluzionario’: la rottura con la Gioventù e la Bellezza, miti contemporanei cui non si può sfuggire. Seppur tematiche analoghe si erano avvicinate con recenti e ottimi film quali The Mother (2003) e I segreti di Brokeback Mountain (2005), che ebbero il merito di non banalizzare, rispettivamente, la sessualità della donna anziana e l’amore omosessuale, l’opera di La Bruce (noto regista e polemista gay in Canada, presente a fine film per le domande del pubblico) ha qualcosa di più irriverente e dissacrante e costringe lo spettatore, senza forzarlo, a una riflessione su cosa sia il vero tragico…invecchiare, o invecchiare così, nell’abbruttimento dei luoghi della cosiddetta cura? Voglio dire con ciò che non è registro assente al film, benché totalmente sfumato e sullo sfondo, una certa critica sociale al destino dei vecchi nella nostra società, soprattutto se soli e segnati da una diversità (quale l’omosessualità) che si va a sommare drammaticamente alla ‘diversità’ della vecchiaia in sé.
- La versione dello psicoanalista. Non si può sfuggire al richiamo edipico, quanto mai struggente proprio perché non esplicitato, né alla tematica sessuale o della parafilia in sé. Ma è per noi interessante come ulteriore testimonianza, laboratorio direi, che il cinema sa cogliere, del mistero della sessualità umana, del suo polifonismo irriducibile e delle mille vie con cui si esprime, o si nega, il desiderio. Non basta dire che l’uno cerca un padre e l’altro un figlio, che entrambi sognano l’oceano quale metafora di una libertà che la società non sa concedere, che è davvero importante, come scriveva Ungaretti, che la morte ci trovi vivi, perché dia un senso e dignità al vivere. Si sarà notata la mia incertezza nel definire, poco sopra, il genere: di che genere si tratta? Possibile incasellarlo, definirlo, senza occluderne i diversi sottili risvolti che ciascuno può cogliervi? Forse ha ben detto un qualche critico, non ricordo chi, che lo ha semplicemente definito una ‘romantic comedy’: una storia d’amore.
Cultura e Società
Gerontophilia
29/08/13