Parole chiave: finzione, rappresentazione, transfert, transgenerazionale
Autore: Cristiano Nichini
Titolo: Alphonse
Dati sul film: Regia: Nicolas Bedos, Prime Video 2023, 6 episodi
Genere: Commedia romantica
La serie è articolata in 6 episodi e racconta il progressivo processo di emancipazione di un uomo di una quarantina d’anni che deve fare i conti con una crisi lavorativa che lo porterà a rimettere in discussione il rapporto con gli altri, partendo da quello con la moglie e i suoi genitori.
Classificata come commedia romantica, la produzione di Prime in modo leggero e divertente esordisce descrivendo il licenziamento di Alphonse da parte di un datore di lavoro arrogante e spregiudicato. La rappresentazione di Alphonse è infatti quella di un uomo passivo, in balia di figure prepotenti e svalutanti, compresa la moglie.
La svolta sarà quella dell’incontro con il padre che non vede da molti anni e che ora, a causa dell’età e dei problemi di salute, non può più esercitare la professione di sempre: quella di gigolò.
Quest’ultimo ha bisogno di aiuto e chiede al figlio, approfittando del suo recente licenziamento, di sostituirlo in qualche prestazione professionale, in attesa che l’anziano padre si ristabilisca e torni (secondo la sua speranza) all’antico lavoro.
Il padre diventa pertanto maestro di seduzione e mascolinità, in particolare mostra al figlio che, se vuole prendersi cura delle clienti, dovrà impersonare di volta in volta il personaggio che loro si aspettano. Gli incontri professionali divengono pertanto una messa in scena di relazioni desiderate/complicate/irrisolte tra le clienti e i loro più significativi oggetti d’investimento. Gli aspetti sessuali passano sullo sfondo, ma emerge progressivamente in modo più evidente come la prestazione professionale verta su aspetti emotivi e affettivi.
Descrizione traslata, metaforica ed efficace di alcuni aspetti di una relazione analitica. Nella serie, più o meno consapevolmente, i membri della coppia si usano per un reciproco incontro di cura. Le clienti trovano un uomo disponibile e ricettivo e il professionista gigolò prosegue il suo percorso di autocura e di ricerca (anche se l’apparente e iniziale motivazione è economica).
Cosa sta cercando Alphonse ?
All’inizio la figura della madre è del tutto assente, ma progressivamente emerge dal racconto che quest’ultima ha abbandonato il padre e il figlio ancora in tenera età. E’ questo abbandono la matrice non detta e fantasmatica sulla quale si sono costruite le vite successive di padre e figlio. Questo abbandono originario rischia di perpetuarsi come trauma trans-generazionale che condiziona le vite dei due uomini.
Sarà l’incontro occasionale con la madre che fissa, inconsapevolmente (?), un appuntamento con un gigolò (il figlio) a cambiare un destino che pareva già scritto.
Troppo facile e troppo scontato leggere in questa evoluzione la rappresentazione di un complesso edipico irrisolto. La trama e la storia raccontata segue un percorso di commedia romantica che non sempre spicca di originalità e che talvolta cede in una descrizone dei personaggi caricaturale.
In questa sede vogliamo però mettere l’accento sugli incontri che Alphonse farà nel suo apprendistato di gigolò. La serie riesce a rappresentare efficacemente il sottile gioco tra realtà e finzione, tra fantasia e desiderio che alimenta gli incontri tra le clienti/pazienti e il loro terapeuta “gigolò”. La qualità della sua professionalità, ottenuta non con anni di training ma con un breve apprendistato paterno, diviene progressivamente più valida, lasciando che le donne proiettino su di lui frustrazioni, desideri e attese in un gioco in cui i non conta più se i personaggi siano veri o no, quanto il fatto che le emozioni trovino una possibilità di rappresentazione.
Da questo punto di vista la serie sembra ben risucita.
Segnalo che della versione francese ne è stato fatta un remake in italiano intitolato “Gigolò per caso”, sempre disponibile su Prime.
Febbraio 2024